Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani
3 LUGLIO (Gv 20,24-29)
Mai Dio aveva dato una prova così schiacciante della sua verità. Quando Mosè pregò il Signore che gli mostrasse il suo volto, il suo desiderio fu esaudito solo in parte. Mosè non ebbe la gioia di vedere il volto di Dio. Vide solo le spalle dalla caverna nella roccia: Mosè gli disse: «Mostrami la tua gloria!». Rispose: «Farò passare davanti a te tutta la mia bontà e proclamerò il mio nome, Signore, davanti a te. A chi vorrò far grazia farò grazia e di chi vorrò aver misericordia avrò misericordia». Soggiunse: «Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo». Aggiunse il Signore: «Ecco un luogo vicino a me. Tu starai sopra la rupe: quando passerà la mia gloria, io ti porrò nella cavità della rupe e ti coprirò con la mano, finché non sarò passato. Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non si può vedere». Il Signore disse a Mosè: «Taglia due tavole di pietra come le prime. Io scriverò su queste tavole le parole che erano sulle tavole di prima, che hai spezzato. Tieniti pronto per domani mattina: domani mattina salirai sul monte Sinai e rimarrai lassù per me in cima al monte. Nessuno salga con te e non si veda nessuno su tutto il monte; neppure greggi o armenti vengano a pascolare davanti a questo monte». Mosè tagliò due tavole di pietra come le prime; si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano. Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione». Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervice, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità» (Es 33,17-34,9).
Perché tanta accondiscendenza da parte di Gesù verso Tommaso, il quale, per credere, vuole mettere il dito nel foro dei chiodi e la mano nel costato trafitto dalla lancia? Gesù esaudisce la richiesta di Tommaso per dare al mondo intero la certezza infallibile della sua gloriosa risurrezione. In Tommaso è l’umanità intera che è dinanzi a Gesù e questa confessa che realmente Gesù è risorto. Lo ha toccato. Ha messo le sue mani nel posto dei chiodi. Quel Gesù che appare e che poi scompare è veramente il Crocifisso, il Gesù che aveva operato segni e prodigi nel popolo.
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Una volta però che la prova è data, ognuno è messo dinanzi alla propria responsabilità. Se non crede, è per incredulità, non per mancanza di prove. Se non crede, è reo di morte eterna, perché morirà nel suo peccato. Questo non significa che le prove della storia sulle quali si fonda la fede in Cristo Gesù non debbano essere più offerte. Prova della risurrezione del Signore oggi deve essere ogni suo discepolo. È prova la sua risurrezione a vita nuova. È prova la sua vita fatta di carità, misericordia, pietà, perdono, riconciliazione, compassione, verità, vittoria sul vizio, eliminazione del peccato sotto ogni forma. È prova anche la Parola creatrice e onnipotente che cambia la storia sotto gli occhi di coloro che vengono invitati alla fede. Senza questa prova è difficile che possa sorgere la fede in un cuore. La prova è il sostegno della Parola di Dio che si annunzia e che si dona. Non si vede il Cristo risorto, perché oggi si deve vedere il corpo di Cristo che è risorto dal peccato, dal vizio, dalla morte spirituale.
Vergine Maria, madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci risorgere in Cristo Gesù.