Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo
12 AGOSTO (Gv 6,41-51)
Il mondo intero dovrà essere ammaestrato da Dio. Dopo Abramo, Isacco, Giacobbe, Dio non ammaestra più direttamente, agisce per mezzo dei suoi mediatori, strumenti umani attraverso i quali comunica la sua volontà. Il Servo per eccellenza del Padre è Gesù Signore, il suo Verbo eterno, nella sua umanità. Oggi Dio ci parla per mezzo di Gesù, il solo che conosce il Padre perché Lui dimora, abita, è nel seno del Padre.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. (Gv 1,14-18).
Anche di noi si può servire il Signore per ammaestrare l’uomo e condurlo nella pienezza della sua verità. Perché questo avvenga è necessario che noi siamo in Dio e Dio sia in noi. Come può accadere Questo? Dimorando noi nella Parola, vivendo noi il Vangelo della salvezza. Quando noi siamo nella Parola, Dio è in noi e noi in Dio. Possiamo ammaestrare il mondo dal cuore di Dio perché Dio è in noi e con noi.
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui. (1Gv 4,7-16).
Possiamo dire di conoscere Dio e quindi affermare di parlare secondo i suoi pensieri quando il nostro amore verso i fratelli è veramente perfetto, cioè vissuto secondo i Comandamenti, le Beatitudini, la Parola attuale di Gesù Signore. Chi è nel vero amore conosce Dio. Chi non è nel vero amore mai ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
Allora i Giudei si misero a mormorare contro di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?». Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
I Giudei mormorano, non amano. Criticano, non cercano la verità, non la bramano, non la desiderano. Non camminano di verità in verità. Sono ancorati, chiusi in una Parola di Dio che non è la sola, non è l’ultima, è semplicemente una parola storica di Dio che va ben compresa, ben interpretata, ben letta. A causa di questa chiusura non amano i fratelli, di conseguenza non conoscono Dio, perché non sono in Dio, nella sua carità, nel suo amore. Non possono formare gli altri perché Dio non lo conoscono. Se lo conoscessero, amerebbero in modo diverso Cristo Gesù.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci il vero amore.