Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini
2 SETTEMBRE (Mc 7,1-8.14-15.21-23)
Quando la sapienza diventa stoltezza, sempre la religione si trasforma in idolatria e disumanità. La religione serve per il più grande bene dell’uomo, di ogni uomo, mai per il suo male. Una religione che non eleva l’uomo è sempre il frutto dell’insipienza umana, frutto a sua volta del peccato che governa il cuore. Quando l’intelligenza si eclissa, anche la vera fede viene oscurata e al posto della Parola di Dio subentra la parola dell’uomo, che deteriora, rovina, deturpa anche le cose più sante.
Dice il Signore: «Poiché questo popolo si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e la venerazione che ha verso di me è un imparaticcio di precetti umani, perciò, eccomi, continuerò a operare meraviglie e prodigi con questo popolo; perirà la sapienza dei suoi sapienti e si eclisserà l’intelligenza dei suoi intelligenti». Guai a quanti vogliono sottrarsi alla vista del Signore per dissimulare i loro piani, a coloro che agiscono nelle tenebre, dicendo: «Chi ci vede? Chi ci conosce?». Che perversità! Forse che il vasaio è stimato pari alla creta? Un oggetto può dire del suo autore: «Non mi ha fatto lui»? E un vaso può dire del vasaio: «Non capisce»? Certo, ancora un po’ e il Libano si cambierà in un frutteto e il frutteto sarà considerato una selva. Udranno in quel giorno i sordi le parole del libro; liberati dall’oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno. Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, i più poveri gioiranno nel Santo d’Israele. Perché il tiranno non sarà più, sparirà l’arrogante, saranno eliminati quanti tramano iniquità, quanti con la parola rendono colpevoli gli altri, quanti alla porta tendono tranelli al giudice e rovinano il giusto per un nulla. Pertanto, dice alla casa di Giacobbe il Signore, che riscattò Abramo: «D’ora in poi Giacobbe non dovrà più arrossire, il suo viso non impallidirà più, poiché vedendo i suoi figli l’opera delle mie mani tra loro, santificheranno il mio nome, santificheranno il Santo di Giacobbe e temeranno il Dio d’Israele. Gli spiriti traviati apprenderanno la sapienza, quelli che mormorano impareranno la lezione». (Is 39,13-24).
La religione è al servizio della verità dell’uomo. Costruire una religione per alimentare la falsità della natura umana è cosa disumana e antiumana. È dannosa quella religione incapace di fare una netta distinzione tra ciò che è moralmente male e ciò che è invece ritualmente opportuno, non opportuno, conveniente, non conveniente. Ciò che è moralmente male, mai si deve fare. Ciò che invece è opportuno e conveniente, dipende dalle circostanze, dalle situazioni, dai momenti particolari in cui uno vive. La legge morale mai va trasgredita. La legge rituale dipende dalla possibilità storica. Se c’è acqua, uno si lava le mani. Se non c’è acqua, può anche mangiare con mani non perfettamente lavate. La legge morale invece è assoluta. Obbliga sempre.
Si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
Oggi Gesù rimette la morale al suo giusto posto. Dona alla legge rituale il suo ruolo di opportunità e di convenienza. Nulla di più. È compito di ogni uomo di Dio operare questo sano e santo discernimento. Per questo si deve lasciare guidare dalla sapienza dello Spirito Santo, che mai potrà abitare in un cuore nel quale regna il peccato, la trasgressione, l’ingiustizia, la malvagità, la cattiveria, il disordine morale, il vizio.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la vera sapienza