Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita
23 NOVEMBRE (Lc 21,12-19)
San Paolo, grande maestro nelle cose di Dio, perché sempre illuminato dalla luce divina dello Spirito Santo, vede nella caduta dalla vera fede la causa della non perseveranza dei discepoli di Gesù Signore. Infatti quando si cade dalla fede, quando si perde la sua verità, anche in piccole cose e non solo nelle grandi – Lui parla della perdita della fede nell’Eucaristia – sempre si precipita nell’idolatria. L’idolatria conduce il nostro corpo nell’immoralità. L’immoralità sbarra ogni cammino verso la vita eterna.
Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nube e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. Ma la maggior parte di loro non fu gradita a Dio e perciò furono sterminati nel deserto.
Ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono. Non diventate idolatri come alcuni di loro, secondo quanto sta scritto: Il popolo sedette a mangiare e a bere e poi si alzò per divertirsi. Non abbandoniamoci all’impurità, come si abbandonarono alcuni di loro e in un solo giorno ne caddero ventitremila. Non mettiamo alla prova il Signore, come lo misero alla prova alcuni di loro, e caddero vittime dei serpenti. Non mormorate, come mormorarono alcuni di loro, e caddero vittime dello sterminatore. Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per nostro ammonimento, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. Nessuna tentazione, superiore alle forze umane, vi ha sorpresi; Dio infatti è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze ma, insieme con la tentazione, vi darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere.
Perciò, miei cari, state lontani dall’idolatria. Parlo come a persone intelligenti. Giudicate voi stessi quello che dico: il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane. Guardate l’Israele secondo la carne: quelli che mangiano le vittime sacrificali non sono forse in comunione con l’altare? Che cosa dunque intendo dire? Che la carne sacrificata agli idoli vale qualcosa? O che un idolo vale qualcosa? No, ma dico che quei sacrifici sono offerti ai demòni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni; non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni. O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di lui? (1Cor 10,1-22).
La fede in Cristo non si vive in un solo attimo. Essa deve accompagnare tutto il percorso della storia. La storia è lunga, stanca. Essa è ogni genere di croci. Possiamo camminare di croce in croce e di difficoltà in difficoltà solo se trainati da una grande fede. La perseveranza è dalla fede. Chi cade dalla fede, si arrende, lascia, abbandona.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.
Un aratro non può da solo solcare la dura terra. Un tempo occorrevano un paio di buoi, oggi sono necessari potenti trattori. Se i buoi o il trattore viene meno, anche l’aratro si ferma, non persevera nel capovolgere la terra. Così dicasi della fede. L’uomo è l’aratro che deve solcare la storia, a volte dura più che il ferro, per nulla arabile. Solo l’uomo che è aggiogato ad una purissima fede, potrà arare la storia e giungere alla vita eterna. Chi cade dalla fede vera, si smarrisce, si perde, abbandona, si consegna alle tenebre, che per lui poi saranno eterne. La salvezza è dalla perseveranza. La perseveranza è dalla fede che sempre deve crescere in noi. Persa la fede tutto si perde.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di fede viva e forte.