Non posso alzarmi per darti i pani
6 OTTOBRE (Lc 11,5-13)
Gesù dona alla preghiera una legge infallibile per il suo esaudimento: l’insistenza. Chi vuole ottenere da Dio qualsiasi cosa – e tutto si deve chiedere al Signore, anche le cose che noi reputiamo umanamente impossibili – deve chiederla fino al suo esaudimento. Il Signore a volte ci fa attendere per saggiare la verità del nostro cuore. Se quanto chiediamo è vitale per noi, mai ci stancheremo di chiedere. Se poi non è di vitale importanza, accenniamo ad una richiesta, ma poi ci stanchiamo, desistiamo, siamo noi stessi a dimenticarci della nostra richiesta. Mai il Signore potrà aiutarci. Esempio di desistenza nella Scrittura Antica è Abramo. Ha iniziato a chiedere la grazia per Sodoma e Gomorra, ma non giunse oltre i dieci. Non ebbe il coraggio si proseguire e si fermò. Se avesse insistito, per lui, per la sua amicizia, avrebbe risparmiato le due città. Di certo non le avrebbe distrutte. L’esaudimento è dall’insistenza.
Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore. Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lontano da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lontano da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo». Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque». Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci» (Gen 18,22-32).
Esempio di insistenza è quest’uomo che chiede dei pani ad un suo amico. La risposta è negativa. Sta dormendo con i suoi bambini. Non può muoversi dal letto. La richiesta è così insistente, da provocare più danni lui dal di fuori che l’amico dal di dentro. È questa la forza dell’insistenza: togliere il sonno dagli occhi per un’intera notte. Privare l’altro della sua pace e serenità. Ripetere la richiesta come un tarlo divoratore. Non permettere in alcun modo che l’altro possa dimenticarsi. Rinnovare in continuazione il suo martellamento. Così fatta, la preghiera non potrà non essere ascoltata. Sarà esaudita, perché l’altro vuole la sua serenità, la sua pace, il suo sonno tranquillo.
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
Poiché noi abbiamo bisogno che tutto ci venga da Dio, tutto a Dio sempre dobbiamo chiedere secondo la legge della preghiera che oggi Gesù ci ha insegnato: insistere sempre. Non dare alcuna tregua al Signore. Lui deve perdere il sonno e la pace nel suo cielo. Gesù ci suggerisce che vera prima regola della preghiera è chiedere lo Spirito Santo. Quando Lui vive in noi, è Lui che muove il cuore nelle richieste ed è Lui che prega con insistenza il Padre celeste. Il Padre sempre ascolta il suo Santo Spirito.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci uomini di vera preghiera.