Per questo sono stato mandato
31 AGOSTO (Lc 4,38-44)
Gesù è perennemente tentato a dare alla sua missione compimenti differenti da quelli stabiliti dal Padre suo. Se è stato tentato Cristo, sarà tentato ogni altro suo discepolo, ministro e amministratore dei suoi misteri di grazia e verità. La Chiesa tutta è sempre a rischio di tentazione. Oggi sono le folle che tentano Gesù perché faccia della sua missione un’opera taumaturgica. Sono tanti gli ammalati che chiedono che Lui li guarisca. Si fermi e si dedichi a quest’opera altissima di carità e di misericordia. Lui risponde che non è questa la volontà del Padre. Il Padre vuole che lui annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città. Per questo lo ha mandato. La tentazione è vinta nel momento in cui Gesù lascia tutto e si mette in cammino per predicare nelle sinagoghe della Giudea. Dinanzi alla carità sempre deve trionfare l’obbedienza.
Anche Pietro è tentato. Le vedove vogliono che sia lui e gli altri Apostoli a dedicarsi al loro sostentamento. È ancora una volta tentazione che viene dalla carità, dalla misericordia. Ma anche Pietro, ricordandosi della tentazione superata dal suo Maestro, non si lascia deviare dalla missione assegnata loro da Gesù e dona soluzione santa alle lamentele delle donne che si sentono trascurate nella distribuzione del cibo.
In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani (At 6,1-6).
Oggi i ministri della Chiesa sono tutti fortemente tentati a trasformare la loro altissima missione in opera umanitaria, terrena. Si ha l’impressione che la carità vinca e trionfi sull’obbedienza. Se questo avviene, è segno che non si conosca la propria verità. Se la propria verità non è conosciuta, vi è assenza di Spirito Santo. Sempre senza lo Spirito del Signore si svolgono missioni secondo la carne e non secondo la divina volontà del Padre. Certo, ognuno domani dovrà rispondere a Dio secondo l’illuminazione, il carisma particolare, ogni altra grazia da lui ricevuti. Una verità rimane però immutata nei secoli eterni: la Chiesa non è fatta solo di ministri ordinati, ma essa è un corpo ben compaginato e connesso. Il ministro guidato dallo Spirito Santo sempre saprà ciò che è suo ministero e ciò che invece dovrà affidare agli altri, creando se necessario, dei ministri non ordinati, cui affidare mansioni e incarichi necessari per la vita del gregge.
Uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
Satana è abile nelle sue tentazioni. È sufficiente che lui distragga dalla sua vera missione un solo ministro, perché tutto un popolo cada nelle sue braccia. Anche della carità lui si serve perché questo avvenga. Solo chi è colmo di Spirito Santo sentirà il fetore infernale che emanano le sue tentazioni e se ne guarderà bene dal cadere in esse. Non rovinerà solo se stesso, ma tutto il gregge che gli è stato affidato. L’obbedienza è tutto per un ministro. Essa viene prima del sacrificio e della carità.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la nostra più pura verità.