Sarai beato perché non hanno da ricambiarti
28 AGOSTO (Lc 14,1.7-14)
Qual è il fine della nostra vita: la ricerca di una gloria effimera, una misera e fugace ricompensa terrena, una esaltazione stolta e insipiente, oppure di una gloria, una ricompensa, un esaltazione eterna? Gesù ci dice che la ricompensa degli uomini a nulla serve. Essa è di un istante. La ricompensa che viene dal Padre suo è invece eterna, infinita, immensa. Ad ogni uomo è data la responsabilità di scegliere quale ricompensa preferisce: se quella degli uomini o quella del Dio Onnipotente ed Eterno.
Gesù ci avverte: ognuno sarà servito dal padrone che lui avrà servito. Se l’uomo serve se stesso o i suoi amici per ricevere una ricompensa umana, immediata, futile, vana, non potrà sperare di essere domani ed anche oggi ricompensato dal Padre suo. Ha servito se stesso, ha cercato la gloria degli uomini, dagli uomini riceverà la sua ricompensa. Se invece serve il Signore, dal Signore sarà ricompensato. Posto questo principio di verità eterna, ognuno sa cosa fare, sa come agire.
Come si serve il Signore perché possiamo ricevere da Lui la nostra ricompensa eterna? Invitando alla nostra mensa, anziché quanti sono ricchi e possidenti, quanti invece sono poveri, miseri, zoppi, ciechi. Dio ricompensa chi ha saputo riconoscerlo nelle persone sofferenti e si è posto a loro servizio per alleviare in qualche modo il loro dolore. Essi hanno dato vera umanità all’uomo carente nella sua umanità, Dio darà pienezza eterna di umanità alla loro vita. Vita per vita. Tu dai vita a chi non ha vita e il Signore ti darà vita e gioia eterna. Tu doni vita a chi già gode della sua vita, sarai privato della tua vita eterna. Non hai dato vita al Signore.
Un sabato si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Altra verità che Gesù Signore insegna agli uomini è vivere nell’umiltà, che è il rispetto della volontà di Dio sulla loro terrena esistenza. Dio non ha dato ad ogni uomo gli stessi doni, in modo che tutti potessero fare tutto. Alcuni li ha collocati in posti in alto, altri in posti in basso. Non è il posto che esalta o umilia l’uomo. Nessun posto farà mai grande un uomo dinanzi al Signore. Farà invece grande un uomo dinanzi a Dio la sua obbedienza, l’osservanza della sua volontà, il rispetto delle disposizioni ricevute.
L’umanità è un prodigio di armonia. È una stupenda sinfonia di carismi e di ministeri. Ogni carisma, ogni ministero dona luce e forza agli altri. Nessun ministero vive per se stesso, da se stesso. Ogni ministero può vivere dalla collaborazione e armonia di tutti gli altri ministeri e carismi. Il Signore chiede ad ogni uomo che rispetti la sua armonia. Un uomo che esce dal posto assegnatogli per occuparne un altro, diviene come il sole che decide domani di occupare il posto della luna. Per la terra sarebbe la fine. Presso Dio i posti più grandi sono proprio quelli più in basso, più lontani, più distanti. Cristo Gesù non ha occupato il posto degli ultimi? Vi è forse posto più alto del suo? Per aver Lui accolto l’ultimo posto Dio può salvare la sua umanità. Quando invece rompe l’armonia della creazione, lui è un creatore di disordine e di buio spirituale. La sua fine non potrà essere se non le tenebre eterne. Il disordine non è amato dal Signore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, collocateci all’ultimo posto.