vangelo del giorno

Ecco, il seminatore uscì a seminare

20 LUGLIO (Mt 13,1-9)
I

l regno dei cieli dei nasce con la seminagione della Parola di Cristo Gesù nei cuori. Se la Parola non viene seminata, mai il regno potrà nascere. Non è la teologia che fa nascere il regno, ma la Parola. La teologia spiega la Parola, mai la potrà sostituire. Quando la Parola viene sostituita, il cuore rimane nel suo peccato e nella sua non conversione, manca il seme incorruttibile della Parola di Dio viva ed eterna.

E se chiamate Padre colui che, senza fare preferenze, giudica ciascuno secondo le proprie opere, comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri. Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi; e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio. Dopo aver purificato le vostre anime con l’obbedienza alla verità per amarvi sinceramente come fratelli, amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri, rigenerati non da un seme corruttibile ma incorruttibile, per mezzo della parola di Dio viva ed eterna. Perché ogni carne è come l’erba e tutta la sua gloria come un fiore di campo. L’erba inaridisce, i fiori cadono, ma la parola del Signore rimane in eterno. E questa è la parola del Vangelo che vi è stato annunciato (1Pt 1,17-25).

Come Pietro, così anche l’Apostolo Paolo afferma chiaramente che il regno nasce dalla predicazione della Parola di Cristo Gesù. Si dice la Parola, nasce il regno. Si tace la Parola, si rimane del principe di questo mondo. Satana a questo mira: a sostituire la Parola con mille altri ritrovati della mente dell’uomo. Purché non si dica la Parola, lui stesso si mette a disposizione, a servizio dei ministri della Parola perché la sostituiscano con mille altre cose. È la sua arte, la sua scienza, la sua metodologia.

Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso. Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati? Come sta scritto: Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene! Ma non tutti hanno obbedito al Vangelo. Lo dice Isaia: Signore, chi ha creduto dopo averci ascoltato? Dunque, la fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo (Rm 10,10-17).

La Parabola del seminatore che esce a seminare, ci dice che il seme va sparso su ogni terreno: strada, sassoso, pieno di spine, buono. A nessun seminatore spetta il discernimento di vagliare prima la qualità del terreno. Lui esce e semina.

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Il grande peccato dei nostri giorni è proprio questo: prima si valuta la qualità del terreno e poi si semina, se esso è trovato buono. Peccato ancora più grave è che spesso il seme neanche è sparso. Lo si tiene ben conservato nella bisaccia e questa non è neanche sulle nostre spalle. È dimenticata e nessuno sa dove è stata posta. O ci decidiamo a seminare in ogni cuore la Parola, questo seme incorruttibile, oppure il regno di Dio mai potrà nascere e neanche crescere. Nasce e cresce con la Parola.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci buoni seminatori.