Misericordia io voglio e non sacrifici
15 LUGLIO (Mt 12,1-8)
Il sacrificio è l’offerta fatta a Dio secondo la Legge – olocausto, sacrificio di riparazione, di comunione, libagione – sia per ristabilire l’alleanza infranta con il peccato oppure per rinsaldarla. L’alleanza è fondata sull’osservanza della Parola del Signore, la quale comanda all’uomo di amare il prossimo suo come se stesso. A che serve offrire un sacrificio al Signore, portargli un bue o un giovenco, un ariete o una pecora, del grano o dell’olio, se poi i comandamenti della legge vengono trascurati? Ecco cosa dice il Signore per mezzo del profeta: Il sacrificio senza l’obbedienza è inutile. L‘obbedienza, anche senza questi sacrifici rituali, è tutto. Amare è obbedire. Cercare il vero bene del fratello è ascoltare il Signore. L’amore vero è purissima obbedienza alla Parola.
“Venite, ritorniamo al Signore: egli ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà. Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare, e noi vivremo alla sua presenza. Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l’aurora. Verrà a noi come la pioggia d’autunno, come la pioggia di primavera che feconda la terra”. Che dovrò fare per te, Èfraim, che dovrò fare per te, Giuda? Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all’alba svanisce. Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole della mia bocca e il mio giudizio sorge come la luce: poiché voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti. Ma essi come Adamo hanno violato l’alleanza; ecco, così mi hanno tradito. Gàlaad è una città di malfattori, macchiata di sangue. Come banditi in agguato una ciurma di sacerdoti assale e uccide sulla strada di Sichem, commette scelleratezze. Orribili cose ho visto a Betel; là si è prostituito Èfraim, si è reso immondo Israele. Anche a te, Giuda, io riserbo una mietitura, quando ristabilirò la sorte del mio popolo (Os 6,1-11).
Qual è l’amore più vero, più puro, più santo, per delle persone che sono affamate? Non certo la condanna, il giudizio, i cattivi pensieri, l’accusa di trasgredire la legge del Sabato. Esso è invece trovare una modalità concreta per colmare la loro fame. Chi non si impegna per trovare sempre modalità concrete di aiuto, di certo non ama. Il Signore infatti chiede al suo popolo un amore con tutta la mente, tutta la forza, tutta la volontà, tutta la scienza del bene, tutta l’intelligenza del meglio e anche dell’ottimo. Il giudizio di certo non è forma intelligente di amare e neanche la condanna è uso di tutta la scienza che Dio chiede perché si faccia sempre il bene. Il sacerdote vede Davide affamato e la sua scienza del bene lo conduce ad andare ben oltre la legge rituale. La sua intelligenza sceglie che il meglio è dare a Davide e ai suoi i pani dell’offerta.
In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
Se l’amore viene prima di ogni legge rituale, se l’amore è il fine di tutta la Legge, di certo i farisei non amano. Se non amano, non pensano secondo il cuore di Dio. Il loro giudizio, la loro condanna non viene dalla Legge, ma dal loro cuore. Un cuore che giudica e condanna attesta e rivela che Dio non è in esso. Dio è amore e solo il cuore nel quale abita Dio, è capace di vero amore. Gesù sulla croce ha il cuore pieno di Dio, non giudica i suoi crocifissori. Chiede al Padre perdono per loro, adducendo anche le motivazioni di grande amore: Non sanno quello che fanno. Prima di formulare un giudizio, l’amore esige che si trovino tutte le giustificazioni per la non condanna. Se questa ricerca non viene fatta, allora è segno che Dio non è in noi. Noi non amiamo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci un cuore ricco di amore.