E troverete ristoro per la vostra vita
14 LUGLIO (Mt 11,28-30)
Il ristoro, che è la pace, del corpo, dell’anima, dello spirito, sono stati posti da Dio nella sua Parola. Questa verità è stata sempre gridata dai profeti. Questi potenti messaggeri del Signore sempre hanno invitato il suo popolo a radicarsi, stabilizzarsi, cementarsi nella sua Parola. Sempre il popolo si è rifiutato di ascoltare. Isaia, Geremia, ogni altro profeta hanno consumato la loro voce nel gridare questa verità. I risultati sono stati sempre nulli. L’ascolto è stato inesistente. L’ostinazione nei peccati sempre grande.
Perché dal piccolo al grande tutti commettono frode; dal profeta al sacerdote tutti praticano la menzogna. Curano alla leggera la ferita del mio popolo, dicendo: «Pace, pace!», ma pace non c’è. Dovrebbero vergognarsi dei loro atti abominevoli, ma non si vergognano affatto, non sanno neppure arrossire. «Per questo cadranno vittime come gli altri, nell’ora in cui li visiterò crolleranno», dice il Signore. Così dice il Signore: «Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi dei sentieri del passato, dove sta la strada buona percorretela, così troverete pace per la vostra vita». Ma essi hanno risposto: «Non la prenderemo!». Ho posto sentinelle per vegliare su di voi: «Fate attenzione al suono del corno». Hanno risposto: «Non ci baderemo!». Per questo ascoltate, o genti, e sappi, o assemblea, ciò che avverrà di loro; ascolta, o terra: «Ecco, io faccio venire contro questo popolo la sventura, frutto dei loro pensieri, perché non hanno prestato attenzione alle mie parole e hanno rigettato la mia legge. Perché mi offrite incenso di Saba e la preziosa cannella che viene da lontano? I vostri olocausti non mi sono graditi, non mi piacciono i vostri sacrifici» (Ger 6,13-20).
Ecco, non è troppo corta la mano del Signore per salvare; né troppo duro è il suo orecchio per udire. Ma le vostre iniquità hanno scavato un solco fra voi e il vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere il suo volto per non darvi più ascolto. Le vostre palme sono macchiate di sangue e le vostre dita di iniquità; le vostre labbra proferiscono menzogne, la vostra lingua sussurra perversità. Nessuno muove causa con giustizia, nessuno la discute con lealtà. Si confida nel nulla e si dice il falso, si concepisce la malizia e si genera l’iniquità. Dischiudono uova di serpente velenoso, tessono tele di ragno; chi mangia quelle uova morirà, e dall’uovo schiacciato esce un aspide. Le loro tele non servono per vesti, essi non possono coprirsi con le loro opere; le loro opere sono opere inique, il frutto di oppressioni è nelle loro mani. I loro piedi corrono al male, si affrettano a spargere sangue innocente; i loro pensieri sono pensieri iniqui, desolazione e distruzione sono sulle loro strade. Non conoscono la via della pace, non c’è giustizia nel loro procedere; rendono tortuosi i loro sentieri, chiunque vi cammina non conosce la pace. Per questo il diritto si è allontanato da noi e non ci raggiunge la giustizia. Speravamo la luce ed ecco le tenebre, lo splendore, ma dobbiamo camminare nel buio (Cfr. Is 59,1-20).
Andare o venire a Cristo non significa accostarsi per chiedergli un qualche ristoro, una qualche grazia o altre cose necessarie. Si va o si viene nella sua Parola, nel suo Vangelo. La casa del ristoro è il Vangelo e chi rimane fuori di esso mai potrà essere ristorato perché fuori della verità e della giustizia. Le parole di Gesù sono inequivocabili. Imparate da me che sono mite e umile di cuore. Prendete su di voi il mio giogo. Imparare da Cristo è apprendere come si obbedisce al Padre celeste. Prendere il suo gioco è caricarsi nel cuore, nella mente, nella volontà, nei desideri il Vangelo, per trasformarlo in vita. Si vive il Vangelo, si imita Gesù nell’obbedienza, si trova il ristoro, si percorre la via della pace. La verità dell’uomo è nella Parola. Quando un uomo vive la sua verità, sente il ristoro di Cristo che lo sazia. Parola e ristoro sono una cosa sola.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Verità che va messa nel cuore è la leggerezza e la dolcezza del Vangelo di Gesù Signore. Il peccato è un peso grande da portare. Sotto il peso del peccato si soccombe, si muore. Sotto il giogo del Vangelo si vive, perché la Parola del Signore è la sorgente, la fonte di ogni gioia. Il peccato è vizio. Il vizio uccide. La Parola è virtù. La virtù vivifica. Mitezza e umiltà pongono il cuore sempre nella volontà di Dio.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci miti e umili di cuore.