Abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà
27 MAGGIO (Mc 11,11-26)
La purificazione che Gesù fa del tempio del Padre suo attesta che lui è vero profeta. I veri profeti hanno sempre purificato l’impuro culto frutto del cuore impuro dell’uomo. Come vero profeta dona un segno della potenza della sua parola. Dice al fico: “Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti”, e il fico secca dalle radici. Così Gesù rivela tutta la potenza che regna, vive, agisce nel cuore del vero profeta dell’Onnipotente. Senza una parola così vera, nessuno sarà riconosciuto vero profeta di Dio. Ma Cristo Gesù è vero profeta del Padre suo. Lui è il Profeta che deve venire.
Anche i suoi discepoli, mandati da Lui, come Lui è mandato dal Padre, sono veri profeti di Cristo. Anche loro devono possedere una parola forte, potente, che si compie. Una parola che dice e crea, realizza, attesta la loro verità di messaggeri e missionari di Cristo Signore. Gesù conferisce questa sua stessa potenza. Esige però da essi una fede altrettanto potente. Se essi vogliono attestare di essere profeti di Cristo Gesù, profeti della nuova alleanza dovranno fondare l’efficacia della loro parola sulla fede. Essi dovranno credere non che la cosa si realizzerà, ma che si è già realizzata ancor prima che il tutto accada. Con questa potenza di fede essi potranno rinnovare la storia.
Con la parola fondata, stabilita su una fortissima fede essi potranno fare qualsiasi cosa. Nulla sarà impossibile per essi. Se però la loro fede è poca, scarsa, inesistente, la loro parola è vuota, priva di una qualsiasi efficacia. Sarà una parola semplicemente detta, anzi, addirittura non detta. Senza fede la parola neanche verrà proferita. Tanto a nulla serve dirla, se poi non si crede e non si pone alcuna nostra fede in quello che si dice. Con la preghiera si chiede a Dio una fede forte, invincibile, con la parola si attesta la verità della nostra missione di profeti del Dio vivente. Senza una preghiera diuturna, ininterrotta, la fede non matura, non cresce e la parola resta nel cuore.
Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània. La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono.
Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni? Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.
La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».
L’efficacia della parola si fonda sulla verità della fede. La verità della fede è data dalla preghiera. Condizione per pregare secondo verità per ottenere ogni dono celeste è il perdono di ogni offesa ricevuta. Prima di mettersi in preghiera, si offre a Dio il perdono, la riconciliazione, il grande amore verso coloro che ci hanno fatto del male, si pone il cuore nella pace totale con Dio e con il mondo intero e quanto chiediamo al Signore ci sarà concesso. Perdono e preghiera devono essere sempre una cosa sola, mai due, altrimenti la preghiera è vana, non produce alcun frutto di vita. È inutile chiedere una forte fede per rendere efficace la nostra parola, se poi la Parola di Dio è vana in noi.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di cuore umile e mite.