Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?
13 MAGGIO (Gv 21,15-19)
Il Vangelo secondo Giovanni non riporta la professione di fede su Cristo Gesù fatta da Pietro nei pressi di Cesarea di Filippo. Riferisce invece quella da lui fatta nella sinagoga di Cafarnao nel momento del discorso di Gesù sul pane della vita. È vera professione di fede sul mistero di Gesù, che è il vero Santo di Dio, il suo Messia.
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (Gv 6,59-69).
Nel Cenacolo, a Pietro che professa la sua fede in Cristo per una sequela fino alla morte, Gesù risponde che ora è per lui il tempo del rinnegamento, non della sequela. La sequela avverrà più tardi. I tempi e i momenti non sono scelti dall’uomo.
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte (Gv 13,36-38).
Nel cortile del sommo sacerdote Pietro consuma il suo tradimento. L’Evangelista Giovanni lo racconta, ma solo per attestare la verità di ogni parola di Gesù.
Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò (Gv 18,25-27).
Dopo la risurrezione gloriosa, Gesù vuole che nessuno pensi che Pietro sia un rinnegatore di Gesù Signore. Per questo gli chiede una professione, non di fede, ma di purissimo amore verso la sua Persona. È un amore che supera ogni altro amore, compreso quello di Giovanni e di tutti gli altri discepoli messi insieme.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Gesù mai si potrà seguire per fede, anche se è eccelsa, purissima, forte, resistente, tenace. La fede non ci preserva dal cadere nella tentazione del rinnegamento, o peggio, del tradimento, dell’abbandono, dell’apostasia. Solo l’amore ci mantiene uniti a Cristo Signore anche nel martirio, perché a poco a poco l’amore ci fa una cosa sola con Cristo, una sola vita, un solo cuore, una sola obbedienza, una sola volontà con Cristo e con il Padre celeste nella comunione dello Spirito Santo. Possiamo seguire Gesù nella misura in cui cresce il nostro amore per Lui. Se il nostro amore è poco, poca sarà anche la sequela. Alle prime difficoltà si torna indietro. Niente è più necessario al cristiano se non di crescere in un amore infinito per Gesù Signore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci un amore vero per Gesù.