Perché il mondo creda che tu mi hai mandato
12 MAGGIO (Gv 17,20-26)
Per la perfetta unità di Cristo Gesù con il Padre le folle accorrevano a Lui da ogni parte. È sufficiente leggere qualche piccolo compendio che di volta in volta gli Evangelisti ci offrono, per appurare lo stupore, la meraviglia, la sete che i cuori nutrivano per Gesù. Non si andava solo per miracoli, ma soprattutto per ascoltare.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano (Mt 4,23-25).
Gesù, intanto, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse(Mc 3,7-12).
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti (Lc 6,17-19).
Gesù sa che realizzare la stessa unità di volontà, cuore, verità che regna tra Lui e il Padre, tra il Padre, Lui e i discepoli e i discepoli tra di loro, non è cosa umanamente possibile. Per questo Lui prega il Padre. Lo prega per chiedere a Lui tanta forza di Spirito Santo, anzi tutta la potenza della sua comunione perché questo avvenga. Questa preghiera è lo stesso cuore di Cristo Gesù e Lui instancabilmente, anche nel Cielo, la rivolge al Padre senza alcuna interruzione. La conoscenza di Cristo come inviato del Padre è in questa unità, allo stesso modo che la conoscenza del Padre come inviante di Gesù Signore è stata tutta in questa unità, in questo essere una cosa sola. Ancora una volta il “come” è essenziale, vitale. Uniti a Cristo, uniti al padre, uniti tra di loro i discepoli come Cristo è unito al Padre e il Padre al Figlio.
Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
Come Cristo prega il Padre per questa unità, così ogni discepolo deve pregare Cristo Gesù e il Padre per la stessa unità. Tutto il “come” di Cristo deve essere il “come” del discepolo. Tutte le vie di Cristo devono essere vie del discepolo. Tutte le modalità di Cristo devono essere modalità del discepolo. Ogni piccola differenza nel come, nella via, nelle modalità, infrange le regole divine del mandato e non vi è più relazione perfetta tra l’Inviante e l’inviato. Senza questa relazione, i frutti saranno scarsissimi o assenti. Manca il principio soprannaturale che li produca. L’unità deve essere la stessa che regna tra la vite e i tralci, la stessa che vi è tra il tronco e l’innesto, la stessa che regna tra il ramo e l’albero. Anche una piccola frattura impedisce la buona produzione.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci una cosa sola in Cristo.