La vostra tristezza si cambierà in gioia
5 MAGGIO (Gv 16,16-20)
Tristezza e gioia sono le due condizioni della vita dell’uomo sulla terra, che poi si trasformeranno o diverranno tristezza e gioia eterna. Tristezza e gioia sono il frutto di due alberi: l’albero di Dio e l’albero di Satana. L’albero di Dio produce gioia, l’albero di Satana genera tristezza. Dio e Satana ognuno produce il suo frutto che poi sarà eterno. Coloro che si nutrono dell’albero di Satana finiranno nella tristezza eterna dell’inferno. Quanti invece si nutrono dell’albero di Dio saranno nella vita eterna.
L’Antico Testamento ci rivela che non appena il Signore si allontanava dal suo popolo, perché il popolo aveva deciso di nutrirsi, abbeverarsi, sfamarsi attingendo dall’albero dell’idolatria di Satana, esso entrava in una tristezza di morte. Era come se il popolo fosse stato privato della luce del sole e della luna e mancasse di ogni acqua. Non appena il popolo si convertiva, ritornava a nutrirsi cogliendo i frutti dall’albero del Signore, subito tornava il sorriso, la gioia, la speranza, la pace, la vita, l’abbondanza.
Non temere, terra, ma rallégrati e gioisci, poiché cose grandi ha fatto il Signore. Non temete, animali selvatici, perché i pascoli della steppa hanno germogliato, perché gli alberi producono i frutti, la vite e il fico danno le loro ricchezze. Voi, figli di Sion, rallegratevi, gioite nel Signore, vostro Dio, perché vi dà la pioggia in giusta misura, per voi fa scendere l’acqua, la pioggia d’autunno e di primavera, come in passato. Le aie si riempiranno di grano e i tini traboccheranno di vino nuovo e di olio. Vi compenserò delle annate divorate dalla locusta e dal bruco, dal grillo e dalla cavalletta, da quel grande esercito che ho mandato contro di voi. Mangerete in abbondanza, a sazietà, e loderete il nome del Signore, vostro Dio, che in mezzo a voi ha fatto meraviglie: mai più vergogna per il mio popolo. Allora voi riconoscerete che io sono in mezzo a Israele, e che io sono il Signore, vostro Dio, e non ce ne sono altri: mai più vergogna per il mio popolo» (Gl 2,21-27).
Rallégrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d’Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura. In quel giorno si dirà a Gerusalemme: «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia». «Io raccoglierò gli afflitti, privati delle feste e lontani da te. Sono la vergogna che grava su di te. Ecco, in quel tempo io mi occuperò di tutti i tuoi oppressori. Soccorrerò gli zoppicanti, radunerò i dispersi, li farò oggetto di lode e di fama dovunque sulla terra sono stati oggetto di vergogna. In quel tempo io vi guiderò, in quel tempo vi radunerò e vi darò fama e lode fra tutti i popoli della terra, quando, davanti ai vostri occhi, ristabilirò le vostre sorti», dice il Signore (Sof 3,14-20).
Con Gesù avviene qualcosa di ben diverso. È Lui che è obbligato dall’amore verso il Padre a lasciare i suoi discepoli. Poiché Lui è la fonte della loro gioia, senza di Lui essi cadranno in una tristezza infinita. Ma essa durerà solo pochissimo tempo, lo spazio di appena tre giorni. Poi il Signore ritornerà e la loro gioia si moltiplicherà all’infinito. Essi e Gesù Signore non si separeranno più. Gesù sarà con loro ed essi con Lui.
Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
Gesù è costituito dal Padre vero, nuovo, eterno albero della vita e della gioia. Chi rimane in Cristo, attinge sempre una gioia immensa da quest’albero divino. Chi si allontana da Cristo, precipiterà nella tristezza. Non vi sono alternative, anche perché quando si cade dall’albero di Cristo si è sempre accolti dai rami dell’albero di Satana. Chi non si nutre dei frutti di Cristo sempre si nutrirà dei frutti del diavolo. Oggi il mondo è triste. Sappiamo la causa. Cammina con Satana. Mangia di suoi frutti di morte.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci una cosa sola con Gesù.