vangelo del giorno

Le dico così come il Padre le ha dette a me

20 APRILE (Gv 12,44-50)

I veri uomini di Dio, sempre esaminano la loro coscienza dinanzi al Signore pubblicamente, mai nel segreto di una stanza né a tu per tu con il loro padre spirituale. San Paolo, prima di avviarsi verso il carcere e verso il martirio che avrebbe sigillato la sua vita in Roma, dinanzi ai Vescovi dell’Asia rivela la purezza della sua coscienza.

Da Mileto mandò a chiamare a Èfeso gli anziani della Chiesa. Quando essi giunsero presso di lui, disse loro: «Voi sapete come mi sono comportato con voi per tutto questo tempo, fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia: ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e le prove che mi hanno procurato le insidie dei Giudei; non mi sono mai tirato indietro da ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi, in pubblico e nelle case, testimoniando a Giudei e Greci la conversione a Dio e la fede nel Signore nostro Gesù. Ed ecco, dunque, costretto dallo Spirito, io vado a Gerusalemme, senza sapere ciò che là mi accadrà. So soltanto che lo Spirito Santo, di città in città, mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni. Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di dare testimonianza al vangelo della grazia di Dio.

E ora, ecco, io so che non vedrete più il mio volto, voi tutti tra i quali sono passato annunciando il Regno. Per questo attesto solennemente oggi, davanti a voi, che io sono innocente del sangue di tutti, perché non mi sono sottratto al dovere di annunciarvi tutta la volontà di Dio. Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti come custodi per essere pastori della Chiesa di Dio, che si è acquistata con il sangue del proprio Figlio. Io so che dopo la mia partenza verranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a parlare di cose perverse, per attirare i discepoli dietro di sé. Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato, tra le lacrime, di ammonire ciascuno di voi.

E ora vi affido a Dio e alla parola della sua grazia, che ha la potenza di edificare e di concedere l’eredità fra tutti quelli che da lui sono santificati. Non ho desiderato né argento né oro né il vestito di nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!”» (At 20, 17-35).

Gesù si congeda dal suo popolo. Per tre anni ha parlato loro. Lo ha servito con lo stesso cuore del Padre. Ora pubblicamente, dinanzi a tutti, prima di sigillare la sua vita con il martirio sulla croce, manifesta la purezza, la santità, la giustizia perfetta della sua coscienza. Nessuna Parola uscita dalla sua bocca è venuta fuori dalla sua mente, dai suoi desideri, dal suo stesso cuore. Lui ha detto tutto ciò che il Padre ha detto a Lui e come il Padre gliel’ha detto. Se il Padre gli parlava con voce soave, Lui riferiva con voce soave. Se invece il Padre parlava con voce imperiosa, lui parlava con voce imperiosa. Quello che il Padre gli ha comandato di fare Lui ha fatto.

Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

Ogni pastore in Cristo Gesù, ogni persona che in qualche modo governa il gregge del Padre, è obbligato in ogni momento a fare pubblicamente questa professione di rettitudine di coscienza. Nulla ho fatto da me stesso. Nulla ho detto dal mio cuore. Nulla ho pensato con la mia mente. Tutto quanto ho detto e fatto è purissima volontà del Padre Celeste, attinta nel cuore di Gesù Signore, nella comunione di luce e di forza dello Spirito Santo. Ognuno deve sapere di trovarsi dinanzi alla più pura volontà di Dio.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci dalla coscienza retta.