Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei
12 MARZO (Gv 7,40-53)
Il peccato più grande che un ministro di Dio possa commettere è quello di servirsi della sua autorità ministeriale per tenere in schiavitù gli uomini. Se poi si serve della sua falsa dottrina per sviare i cuori dalla luce e dalla grazia che il Signore dona al suo popolo attraverso i suoi profeti, allora non si tratta più di un gravissimo peccato umano, si entra in un’altra tipologia di colpa. Il peccato è veramente satanico, diabolico, infernale. Per questo peccato non vi è alcuna remissione. È il peccato contro lo Spirito Santo ed è imperdonabile. Non vi è assoluzione da parte del Signore perché distrugge la sua grazia, la sua verità, il suo Santo Spirito nei cuori.
Gesù è stato mandato dal Padre sulla terra per ricolmare le menti della sua luce più vera, più pura, più divina, per rivestire le anime della sua grazia, che dona vita e rinnova il cuore, per rifare l’uomo nuovo, interamente nuovo attraverso lo Spirito Santo, operatore di una nuova creazione, ancora più mirabile di quella antica. Scribi, farisei, capi dei sommi sacerdoti, per allontanare la gente da Cristo Signore in modo che nessuno potesse credere in Lui non solo espellono dalla sinagoga coloro che attestano una qualche vicinanza a Gesù, ma anche si fanno forti della loro non fede in lui e la propongono come unico e solo criterio di verità per tutto il popolo sotto le loro cure.
Se loro non credono, nessuno deve credere. La loro non fede è attestazione, certezza, verità che Cristo Gesù non è da Dio. È questo uno strano modo di pensare, agire, argomentare, dedurre. Io non credo, Gesù è falso. Io non ho creduto, tu non devi credere. La mia fede è certezza per la tua. Se io credo, tu credi. Se io non credo, tu non puoi, non devi credere. Questa argomentazione non è stata solo di ieri, è anche di oggi. Ho conosciuto un ministro del Signore che disse ad un suo penitente: “Se tu credi in questa storia, io non ti assolvo. Io non credo, tu non devi credere. Io non aderisco, tu non devi aderire, pena la non assoluzione dei tuoi peccati”. Il proprio cuore diviene criterio non solo di fede o di non fede, ma anche criterio per dare o non dare la grazia di Dio che non è proprietà del ministro. Della grazia lui è solo amministratore.
Ho conosciuto anche altre persone, per il mondo e per la Chiesa ragguardevoli, che sempre si sono serviti della loro posizione per allontanare dalla fede nella vera profezia. Io non credo, tu non devi credere. Io non l’accolgo, tu non la devi accogliere. Io mi dissocio e tu ti devi dissociare. Non vi sono argomentazioni oggettive, ma solo soggettive. Io non voglio e tu non devi volere. Quando un ministro di Dio compie queste cose, è certo che non lavora per il Signore. Da ministro di Dio si è trasformato in ministro di Satana. Lavora per il principe di questo mondo e per incrementare il suo regno. A volte bastano poche, piccole, semplici decisioni perché uno manifesti per chi lui lavora, se per il Signore o per Satana, se per Cristo Gesù o per l’inferno.
All’udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.
Quando i capi decidono che il loro pensiero è il solo criterio di discernimento del vero e del falso, anche la Scrittura perde il suo valore. Essa non è più fonte certa, sicura per giungere alla verità. Nicodemo viene accusato di non conoscere la Scrittura. Dalla Galilea non sorgono profeti. Isaia profetizza che proprio dalla Galilea viene la luce.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di cuore umile e mite.