vangelo del giorno

Se non vedete segni e prodigi, voi non credete

7 MARZO (Gv 4,43-54)

Gesù vorrebbe che nessuno andasse da Lui per chiedere un miracolo. Vorrebbe invece che tutti andassero per chiedergli di ammaestrarli sulla verità del Padre, dalla quale è ogni verità dell’uomo. Senza la verità del Padre, l’uomo rimane sempre nella sua falsità. Anche se riceve mille miracoli al giorno, il suo cuore, la sua mente, la sua anima, il suo stesso corpo respirano falsità e rimangono nella morte spirituale. A nulla serve avere un corpo sano, un’anima nella morte e uno spirito nella falsità, nell’empietà, nell’idolatria, nella menzogna di se stesso e dell’intera creazione.

Conquistata la completa indipendenza dal suo Dio e Signore, l’uomo ha deciso di farsi lui stesso operatore di prodigi, miracoli di ogni genere. Riesce anche a cambiarsi il cuore di pietra con un altro anche di pietra. Anche il suo corpo lo ha ridotto ad una perfetta macchina con pezzi di ricambio sempre accessibili. Quando un’altra macchina dona segni di non vita, subito la si demolisce e si prende ogni pezzo che può servire ad altre macchine malfunzionanti per acciacchi, malattie varie, o molteplici altre cause. Ma una cosa sola l’uomo mai potrà fare: cambiare il suo cuore di pietra in cuore di carne e la sua anima nera, morta, in putrefazione spirituale in anima bianchissima, pura, piena di vita di Dio, ricolma di ogni forza spirituale per guidare l’uomo sempre verso il bene.

Questo miracolo lo può fare solo Cristo Gesù e il suo Santo Spirito. Questo miracolo Gesù lo ha affidato alla sua Chiesa ad una condizione che essa, come Lui, sappia ogni giorno salire sulla croce e dal suo costato squarciato faccia sgorgare un fiume di Spirito Santo, il solo che ridona vita al cuore, all’anima, allo spirito, all’intero uomo. Questo vorrebbe Gesù Signore. Questo dovrebbe volere sempre la sua Chiesa. Invece anche la Chiesa, come il resto dell’umanità, si sta attrezzando per fare miracoli per il tempo, ma pochissimi per l’eternità. Curare un corpo è sempre facile, ridare vita allo spirito, all’anima è impossibile. Occorre un frutto sempre più abbondante di Spirito Santo e questo frutto matura dal martirio di santità del cristiano.

Trascorsi due giorni, partì di là per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.

Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.

La misericordia del Signore è grande. Lui vede il dolore del Padre e concede il miracolo. Il funzionario può tornare a casa. Suo figlio già vive. Il padre crede nella parola di Gesù. Si incammina verso casa. Gli vengono incontro i suoi servi e gli recano la lieta notizia: “Tuo figlio è guarito, vive”. Il figlio ha iniziato a vivere dallo stesso istante in cui Gesù lo aveva rassicurato, rimandandolo a casa. Nasce la fede in Lui e in tutta la sua famiglia. Questa è però una fede in Gesù taumaturgo, operatore di miracoli. Manca l’altra fede: quella in Gesù unica e sola Parola di rivelazione, in Gesù unica e sola grazia di salvezza e di redenzione, in Gesù unico e solo mediatore tra Dio e gli uomini, in Gesù Verbo Eterno del Padre fattosi carne per ricolmarci di grazia e di verità. Questa fede va sempre insegnata, a questa fede si deve educare il mondo intero. Chi oggi deve educare è la Chiesa. La responsabilità è tutta degli Apostoli e dei loro successori.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la vera fede in Gesù.