Si alzò e tornò da suo padre
6 MARZO (Lc 15,1-3.11-32)
Quando un uomo si allontana da Dio, Dio non può essere più la vita dell’uomo e necessariamente entra in una valle di non vita, che va chiamata “Valle della non vita”, che è assai differente dalla “Valle delle lacrime”. Quest’ultima è per tutti. Ma in essa si vive, anche se nella sofferenza, perché Dio è con noi e ci illumina dalla croce di Cristo Gesù. Nella prima invece, o valle della non vita, non vi è alcuna forma di vera vita. Vi è prima lo stordimento del vizio e poi le amare conseguenze di un corpo lacerato, consumato, straziato dal peccato. Che lo si creda o meno, che lo si voglia ammettere o meno, è il peccato che distrugge fisicamente il corpo dell’uomo ed è il peccato che distrugge fisicamente la stessa natura, in ogni suo elemento. È il peccato il solo male dell’uomo e della terra. In questa “Valle delle non vita”, l’animale viene riverito, curato, nutrito. L’uomo è a servizio dell’animale e muore di fame. Per lui non c’è vita. Lui che un tempo era il signore degli animali, ora è divenuto loro schiavo.
In questa triste storia di non vita rimane sempre aperta la porta della vita, quella del nostro Padre celeste. È sufficiente che l’uomo lo voglia, può sempre farvi ritorno. Sulla torre vi è sempre il Padre che sta in osservazione attenendo che il figlio riprenda la via e faccia ritorno a Lui. Cristo Gesù è venuto per annunziarci questo Vangelo, questa Lieta Notizia, questa vera speranza: le porte del cuore del Padre sono sempre aperte. Basta decidersi. Basta ritornare. Lui è già pronto a fare festa con noi, per noi. Chi si crede giusto di una falsa giustizia così non pensa. Non vuole che il Padre faccia festa. Chi è uscito dalla casa deve rimanere sempre fuori casa. Questi falsi giusti di immensa falsa giustizia non sanno che loro sono nella casa con il corpo, ma non con lo spirito. Non sono con lo spirito, perché loro non conoscono l’amore del Padre.
Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Anche il cristiano può correre questo rischio: dirsi di Cristo e non conoscere il cuore di Cristo. Proclamarsi del Padre e nulla sapere del suo immenso amore, che vuole che nessun suo figlio si perda, mai. Il Padre ama e vuole tutti i figli nella sua casa.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci dalla falsa giustizia.