Uno era fariseo e l’altro pubblicano
5 MARZO (Lc 18, 9-14)
Non vi è preghiera, se essa viene elevata nella falsità di Dio e dell’uomo. Il fariseo adora un falso Dio, prega un falso Dio, invoca un falso Dio, dal falso uomo che lui è. Questa preghiera non solo è falsa, è anche abominevole, disgustosa. Mai potrà essere esaudita. Le manca la verità, l’essenza, la luce della preghiera. Quest’uomo è un fabbricatore di Dio e di se stesso, secondo la falsità del suo cuore, della sua mente, di ogni suo sentimento. Chi fabbrica Dio e se stesso, non può che innalzare un idolo alla falsità di Dio e dell’uomo. Sempre dobbiamo ricordarlo. È Dio che rivela se stesso. È Dio che ha fatto l’uomo e giorno per giorno gli rivela qual è la sua essenziale verità.
Oggi l’uomo, rovinosamente, catastroficamente, irreparabilmente, ha dichiarato di volere costruire, fare se stesso. Ha deciso di applicare a se stesso il primo comandamento della Legge divina ed eterna: “Tu uomo sei il signore di te stesso. Non avrai altro signore al di fuori di te stesso”. Tu, uomo, ti potrai costruire, formare, modellare, plasmare a tuo gusto e piacimento. Potrai essere ciò che tu vorrai essere. Tutto è nelle tue mani. Ciò che tu vuoi, sarai. Non vi sono dèi sopra di te. Sei tu il signore assoluto della tua vita. Quest’uomo dimentica che i pilastri del suo essere non sono in lui. Ignora che la materia della sua anima, del suo spirito, non è nelle sue mani. Non sa che tutto ciò che è attorno a lui mai lo potrà governare.
Quest’uomo che pensa di voler costruire se stesso, determinare se stesso, orientare se stesso, darsi la natura che lui desidera e vuole, non sa che la sua natura mai si piegherà alla sua volontà. Essa obbedisce solo al suo Padrone eterno, al Signore che l’ha creata, al Dio dal quale ha ricevuto la vita. E così l’intera creazione mai obbedirà a lui. Neanche di una sola goccia di acqua o di un alito di vento o di una foglia secca lui potrà essere signore. Queste cose e nessun’altra cosa mai gli obbediranno. Mai lo riconosceranno come loro Dio. L’uomo è solo un dio che può sognare se stesso, mai realizzarsi secondo il sogno. Tra il fariseo moderno e quello antico la differenza è una sola: il fariseo antico adorava un idolo fuori di sé, dinanzi a sé. Il fariseo moderno adora l’idolo, in sé, che è se stesso, perché tale si è reso.
Il pubblicano invece conosce se stesso: non è secondo la verità che Dio ha scritto per lui. Spesso è uscito fuori delle regole che Dio ha stabilito per lui. Però sa che il suo Dio è misericordioso, pietoso, concede ad ogni uomo la grazia di poter rientrare nella sua verità ontologica da Lui voluta. Per questo si veste di grande umiltà. Si presenta al suo cospetto e gli chiede di poter essere accolto nuovamente nella sua volontà. Lui vuole essere governato da Dio, mai più da se stesso. Dio, che è pietoso, misericordioso, giusto, fedele ad ogni sua parola, accoglie il desiderio del pubblicano e lo riammette a vivere nella sua volontà, secondo la sua volontà. Il fariseo invece è fuori dalla verità e dalla volontà di Dio e in più si erge a giudice di Dio e dello stesso uomo. Dice a Dio che quell’uomo non ha alcun diritto di stare nel suo tempio. Lo sta profanando.
Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Ogni volta che un peccatore viene disprezzato, si è fuori della verità di Dio e dell’uomo. La nostra preghiera è falsa. Chi vuole accostarsi al trono dell’Altissimo e implorare il suo aiuto, la sua grazia, la sua luce, deve partire sempre dalla sua verità e dalla verità di Dio. Chi non pecca, non pecca solo per grazia. Sapendo questo, così inizia la preghiera del giusto: “Signore, concedi anche ai miei fratelli la grazia di essere giusti”.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci dalla preghiera vera.