Tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno
29 FEBBRAIO (Lc 4,24-30)
Le antiche profezie annunziavano come inviato da parte del Signore per la salvezza del suo popolo, sia un profeta pari a Mosè, sia un sacerdote alla maniera di Melchisedek e sia un Re. Noi sappiamo che nella Persona di Gesù questi tre ministeri sono un solo ministero. Lui è il re profeta e sacerdote. Nella sinagoga di Nazaret, prima Gesù legge un passo di Isaia, annunzia che esso oggi si compie, subito dopo evita che gli altri possano pensare che Lui sia il Messia di Dio. Orienta la comprensione perché tutti lo vedano e lo pensino come vero profeta.
Lo spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia del Signore, il giorno di vendetta del nostro Dio, per consolare tutti gli afflitti, per dare agli afflitti di Sion una corona invece della cenere, olio di letizia invece dell’abito da lutto, veste di lode invece di uno spirito mesto. Essi si chiameranno querce di giustizia, piantagione del Signore, per manifestare la sua gloria. Riedificheranno le rovine antiche, ricostruiranno i vecchi ruderi, restaureranno le città desolate, i luoghi devastati dalle generazioni passate. Ci saranno estranei a pascere le vostre greggi e figli di stranieri saranno vostri contadini e vignaioli. Voi sarete chiamati sacerdoti del Signore, ministri del nostro Dio sarete detti.
Vi nutrirete delle ricchezze delle nazioni, vi vanterete dei loro beni. Invece della loro vergogna riceveranno il doppio, invece dell’insulto avranno in sorte grida di gioia; per questo erediteranno il doppio nella loro terra, avranno una gioia eterna. Perché io sono il Signore che amo il diritto e odio la rapina e l’ingiustizia: io darò loro fedelmente il salario, concluderò con loro un’alleanza eterna. Sarà famosa tra le genti la loro stirpe, la loro discendenza in mezzo ai popoli. Coloro che li vedranno riconosceranno che essi sono la stirpe benedetta dal Signore. Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto con il mantello della giustizia, come uno sposo si mette il diadema e come una sposa si adorna di gioielli. Poiché, come la terra produce i suoi germogli e come un giardino fa germogliare i suoi semi, così il Signore Dio farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutte le genti (Is 61,1-11).
Annunziandosi e presentandosi come vero profeta – il testo di Isaia consente questa interpretazione, pur non escludendo quella della regalità messianica – Gesù si tiene lontano da due pericoli mortali: non dona alla sua missione una valenza politica e neanche sacerdotale, lasciando nella loro pace profana sacerdoti e re. Uno scontro con queste due potenze sarebbe stato per Lui morte prematura certa. Invece come profeta ha molto più spazio per poter creare la Parola di Dio nei cuori di tutti.
Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Ma il popolo non vuole profeti. Ha bisogno di un re che lo liberi dalla schiavitù e asservimento cui lo hanno costretto e obbligato i Romani. Esso da questo giogo si vuole liberare. Quelli di Nazaret si sentono delusi, si riempiono di sdegno. Essi non hanno bisogno di profeti e per questo vogliono gettare Gesù dalla rupe. Ma Gesù non è nelle loro mani. Lui è custodito nelle mani del Padre. Il Padre lo prende in modo quasi invisibile e lo porta via, mettendolo in cammino verso altri luoghi. Gli abitanti di Nazaret sono crudi in fatto di vera fede. Essi non sanno che un profeta può infinitamente più di un re e più di un sacerdote. Il profeta è collegato direttamente con Dio. Lui viene per predicare la conversione. Quando il popolo si converte al suo Dio, il suo Dio ritorna nel suo popolo e opera ogni liberazione sia politica che spirituale. Dal profeta è la salvezza, perché per la sua parola Dio ritorna ad essere Dio per il suo popolo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci oggi la vera profezia.