E nessuno riusciva più a domarlo
1 FEBBRAIO (Mc 5,1-20)
Dobbiamo convincerci: il male del mondo è ingovernabile. Non ci sono leggi umane che possano incatenarlo. Tutti gli Stati si affannano, perdono inutile tempo, fanno e disfanno decreti, ordinanze, codici, si mette anche l’uomo in carcere, in catene, ma il male è sempre scatenato, forte, invincibile. Nessuno si vuole chiedere perché non funzionano neanche i ritrovati della psicologia, della psichiatria, di ogni altra scienza o medicina umana. Nessuno vuole credere che il suggeritore del male è solo il principe di questo mondo, che è incatenabile, inarrestabile, invisibile, ingovernabile. L’uomo che va incontro a Gesù è perfetta immagine, figura, realtà del male che imperversa in questo mondo. Per quest’uomo non vi sono né ceppi e né catene. Nessun uomo, neanche i fabbri più esperti, gli scienziati più acuti, hanno potere su di Lui.
A Gesù invece è stata sufficiente una sola parola, un ordine, un comando e l’uomo riprende il governo della sua anima, del suo spirito, del suo corpo. Non è più nelle mani della legione infernale. È divenuto signore della propria vita. È questa la stupenda opera di Gesù Signore. Lui viene per dare ad ogni uomo se stesso, a possedere se stesso, governare se stesso, riacquisire la perfetta libertà. Questa verità così da Lui è insegnata nel Vangelo secondo Giovanni.
Gesù allora disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. (Gv 8,31-36).
È questa l’opera della Chiesa, recarsi presso ogni uomo e portare la grazia della liberazione dal male. Portare il conforto dello scioglimento da ogni catena iniqua. È opera che solo la Chiesa può fare e nessun altro. Lo fa la Chiesa se è tutta in Cristo.
Giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.
I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
La forza, la potenza della Chiesa è la sua grazia. Se essa si riveste della grazia di Gesù Signore, potrà sempre liberare l’uomo dalla durissima schiavitù del peccato. Se si presenta senza la grazia del suo Maestro, essa stessa si inquinerà di peccato e diventerà a sua volta schiava di Satana. O sarà liberatrice o sarà essa stessa schiava. Non vi sono vie intermedie. Non esiste la neutralità. O essa libera o diviene schiava.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, ricolmateci della grazia di Gesù.