Proclamate il Vangelo a ogni creatura
25 GENNAIO (Mc 16,15-18)
San Paolo rimane nella storia della Chiesa l’immagine sempre insuperabile della missione vissuta interamente per la salvezza di tutto il mondo. È stato chiamato per questo: per essere strumento eletto presso tutti i popoli della terra. È il Signore stesso che rivela questa verità di Paolo ad Anania che aveva paura di battezzarlo.
Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. Saulo allora si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco. Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda.
C’era a Damasco un discepolo di nome Anania. Il Signore in una visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va’ nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista». Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l’autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore gli disse: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d’Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo». E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio. E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Non è lui che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocavano questo nome ed era venuto qui precisamente per condurli in catene ai capi dei sacerdoti?». Saulo frattanto si rinfrancava sempre di più e gettava confusione tra i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo (At 9,1-22).
Ogni cristiano nella Chiesa deve sempre ricordarsi che lui è un missionario per il mondo e non dovrà avere pace nel suo cuore finché vi sarà un solo uomo sulla terra che ancora non è di Cristo Gesù. Questa coscienza va sempre alimentata, sempre vivificata, sempre rinnovata. Quando essa muore, muore anche il cristiano, il discepolo di Gesù. Missionario e cristiano non sono due cose, ma una cosa sola. O il cristiano è missionario o non è cristiano. Lui sempre dovrà essere come Gesù. Gesù e missione sono una cosa sola. Mai in Gesù sono state fatte due cose. Così dovrà essere di ogni suo discepolo. Discepolo di Gesù e missione sono una sola vocazione, mai due.
E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Quando il cristiano non è più missionario è segno che neanche è più cristiano. Non cura più neanche la sua vita spirituale, perché la sua vera spiritualità è la missione di salvezza presso ogni altro suo fratello. Crescita spirituale e missione sono anch’esse una sola cosa. Più si cresce nella spiritualità cristiana e più si intensifica la missione di salvezza. Anche santità cristiana e missione sono una cosa sola .Il santo cristiano non missionario non è vero santo. È uno che ostenta santità, ma non è la santità di Cristo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi fate veri missionari di Gesù.