Ecco l’agnello di Dio!
4 GENNAIO (Gv 1,35-42)
Giovanni il Battista parla di Cristo Gesù per rivelazione. Lo vede e dice di Lui: “Ecco l’agnello di Dio!”. Gesù è l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, è anche l’agnello della Pasqua. L’uno e l’altro agnello, dell’Esodo e di Isaia, donano vita vera e tolgono il peccato attraverso la loro immolazione. Gesù è l’agnello che si immola per la vita del mondo. Questa la sua profonda, intensa, divina verità. Le antiche profezie da Lui vengono riferite a Cristo Gesù, perché esse nella sua persona diventano realtà.
“Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Non lo mangerete crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco, con la testa, le zampe e le viscere. Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato, lo brucerete nel fuoco. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore! In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto (Es 12,3-13).
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto (Gv 19,31-37).
Andrea e Giovanni, fratello di Giacomo, accolgono la rivelazione, lasciano il loro maestro e si mettono a seguire Gesù. Rimangono con Lui un giorno intero. Questo incontro o esperienza dona ad Andrea una visione ancora più perfetta di Gesù. Lui non è solo l’Agnello di Dio. È l’Agnello di Dio ed anche il Messia. Unisce già due profezie antiche. La figura di Gesù comincia a delinearsi perché ad essa si aggiunge ciò che manca. Da questa perfezione di visione riferisce, parla a Pietro, suo fratello.
Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
La vera evangelizzazione è questo completamento perenne della verità di Cristo Gesù. Chi deve aggiungere alla comprensione ricevuta è lo Spirito Santo. È questa la funzione mariana dell’evangelizzazione. Chi evangelizza deve portare un compimento in Cristo. La sua personale conoscenza sempre va aggiunta. Mai si deve evangelizzare per riferimento di ciò che si è udito. Si ascolta, si entra in comunione con Cristo, ci si lascia ammaestrare dallo Spirito Santo, si aggiunge, si riferisce.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri evangelizzatori.