Cristo è il bene più prezioso che abbiamo da condividere con gli altri (Speciale GMG 2011)
I giovani del Movimento come preparazione immediata alla 26a GMG di Madrid, dedicheranno due speciali appuntamenti all’approfondimento del Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI.
Le risposte alle domande sono a cura del teologo Mons. Costantino Di Bruno, Assistente Centrale del Movimento Apostolico.
D. Come possiamo avere una carità operativa e una fede dinamica?
R. Cos’è una fede dinamica? E’ una fede che non è ferma in ciò che tu hai pensato ieri, hai creduto ieri, perché la fede di ieri ha sostenuto la tua vita ieri. Oggi tu hai nuovi incontri, nuova vita, nuove relazioni, nuove prospettive, e tutto ciò che è nuovo oggi ha bisogno di una fede nuova. Come si alimenta la fede? Attraverso l’ascolto/l’incontro personale di /con Cristo. Gesù come alimentava la sua fede? Attraverso l’incontro personale con il Padre. Se leggi il vangelo ti accorgi che ogni giorno Cristo Gesù si trovava davanti a situazioni nuove e doveva prendere delle decisioni nuove. Se deve andare a Nazaret è una decisione; se deve andare a Gerusalemme è un’altra decisione; se deve andare in croce è un’altra decisione. La fede dinamica ti aiuta a prendere la giusta decisione secondo Dio in ogni circostanza particolare della tua vita. La carità operosa è trasformare la tua vita in un dono di amore, dinanzi alla persona che tu incontri sul tuo cammino. Gesù ad ogni persona che incontrava sul suo cammino ogni giorno manifestava una particolare carità, un particolare amore, una particolare sensibilità. La samaritana è una donna che non crede in modo vero e autentico, ma si rifiuta anche di amare. Tu puoi anche non credere, puoi avere anche una relazione sfasata, però dinanzi ad un gesto di amore non ti puoi rifiutare. Cosa ha chiesto Gesù a questa donna? Di poter attingere con la sua brocca e bere. La donna gli rispose che fra loro non c’era comunione d’amore. Questa donna è incapace di avere questa carità operosa. Poi Gesù a poco a poco, con tutto il suo amore, rivelandole tutta la sua misericordia, conduce questa donna a credere in Lui. Però, noi, molte volte, dinanzi ad una persona che ha bisogno di un piccolissimo gesto d’amore, siamo incapaci di offrirglielo; mentre, siamo chiamati a trovare ed offrire sempre i motivi per amare un altro. Di motivi ce ne sono un’infinità.
D. Gesù ha testimoniato il Padre e noi dobbiamo testimoniare Cristo. Perché non possiamo testimoniare direttamente il Padre?
R. Il Padre lo puoi testimoniare attraverso Cristo. Lo conosci tu il Padre? No. Cristo Gesù te lo ha rivelato. Cristo Gesù ti ha svelato i misteri dell’amore del Padre. Giovanni al capitolo terzo ti dice che Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito. Se tu non avessi Cristo cosa sapresti dell’amore di Dio? Conosceresti poco. Conosceresti che Dio ha una verità che ti insegna attraverso i profeti, ti dice che Lui ha un amore di salvezza, ma dove giungono la profondità dell’amore di Dio? Attraverso Cristo tu sai fin dove giunge la profondità dell’amore del Padre, fino a dare il suo figlio a morire per noi sulla Croce. L’amore tuo fin dove giunge? Fin dove tu sei capace di amare? Il papa cosa chiede ai giovani e a tutto il popolo cristiano? Di mostrare che c’è un amore oltre il limite. Noi tutti ci sentiamo spaesati, limitati nell’amore, mentre Cristo ti mostra che c’è un amore oltre il limite, oltre il limite della stessa morte, perché lui nell’Eucaristia ha superato anche il limite della morte. Ti ha dato il suo corpo vivo per la tua vita. Allora noi dobbiamo avere questa certezza che c’è il Cristo che ti ha mostrato tutto la potenza dell’amore del Padre e che tu sei chiamato a testimoniare in Cristo questa stessa potenza, tu devi amare come Cristo ha amato. Questa è la forza cristiana, superare il limite dell’amore ogni giorno. Noi abbiamo una società che ha paura di amare, dobbiamo avere questa forza di amare senza paura. Questa forza l’attingi in Cristo, nello Spirito Santo e tu hai questa possibilità di amare senza paura, di donarti senza paura. La vocazione che cos’è? Un ragazzo o una ragazza che sono chiamati a consacrare la vita a Cristo, è il coraggio di amare senza paura, di amare totalmente, di consegnarsi a Cristo.
D. Nel messaggio il papa dice che nell’amore verso il Signore ritroverete voi stessi. E’ questo che significa amare senza paura? Riuscire a ritrovare se stessi?
R. Trovare se stessi significa che Cristo ti dona la tua verità. Tu puoi avere una verità o una falsità. Il mondo ti dona la tua falsità, Cristo invece ti dona la tua verità. Ti ricompone, ti rigenera, ti ricrea, ti risana, ti risuscita, ti eleva, ti divinizza, ti fa una cosa sola in Lui, ti fa suo Corpo, Suo sangue, sua vita, suo pensiero; man mano che tu cammini verso Cristo tu trovi la tua verità che è la verità della tua natura, della tua essenza creata. Chi sei tu? Se leggi il libro della Genesi, capitolo primo, è scritto che Dio fece l’uomo a sua immagine: “A immagine di Dio lo creò”. Fece un Dio creato. Questa è la verità dell’uomo. Ora, Cristo non fa di te solo un Dio creato, ma ti fa un Dio rendendoti partecipe della natura di Dio. E’ come se in Cristo tu fossi impastato non di terra ma di Dio. C’è questa potenza dello Spirito Santo che ti rigenera, ti ricrea, ti rinnova. Questa è la tua verità, che solo Cristo ti può dare. Non c’è nessun’altra persona al mondo che ti può dare la verità. Ora man mano che tu ti avvicini a Cristo, ti conformi a Lui, tu ritrovi questa santità nella tua vita. Questa è l’essenza del cristianesimo, ecco perché Cristo è la fonte della tua vita, della tua verità, della tua esistenza, della tua stessa natura ricreata, rinnovata nello Spirito Santo.
D. Come si diventa testimoni di Cristo? Essere missionari, evangelizzatori, annunciatori è qualcosa che viene dopo l’essere testimoni?
R. Come Cristo è diventato testimone del Padre? Manifestando il suo essere pienamente nel Padre. Il Padre è la verità eterna, è l’amore increato, è la pietà, è la compassione, è la misericordia, è il perdono, è la grazia, è la giustizia. Dio è carità, scrive il nostro papa richiamandosi alla prima lettera di Giovanni. Se tu leggi la vita di Cristo vedi che Lui visse e non disse soltanto queste cose; le mostrò e mostrandole evangelizzò. Tu leggi nel vangelo: “Se il tuo nemico ti costringe a fare un miglio con lui tu ne fai due”. E’ una parola di Cristo detta prima della crocifissione, ma Lui le due miglia le fece con la croce sulle spalle. Cristo manifesta ed evangelizza. Il centurione da chi fu evangelizzato? Da Cristo? No. Al centurione, Cristo, non disse neanche una parola. Il centurione: “Lo vide morire così”, e vedendolo morire così egli disse: “Veramente costui era Figlio di Dio”. L’evangelizzazione non è una parola che tu annunci, è un frutto che tu doni della tua vita. Ieri l’Ispiratrice del Movimento Apostolico ha detto che noi dobbiamo fare percepire l’amore di Dio. Ci voleva dire che l’altro si converte attraverso la nostra fruttificazione. Tu devi produrre un frutto buono e quel frutto buono che tu produci diventa parola, diventa annuncio, diventa vangelo. Cristo non predicò il perdono, lo fece, lo diede, morì per il perdono. Non predicò l’amore; amò sino alla fine. Cristo non si arrese parlando, si arrese compiendo la sua croce. E’ la tua vita che è evangelizza, è la tua vita che è parola, è la tua vita che diventa esempio, è la tua vita che trascina, è la tua vita che attrae, è la tua vita che converte, è il tuo dono di grazia che porta alla risurrezione di un cuore. Cristo così faceva e se noi entriamo in questa logica di Cristo le cose miglioreranno anche per noi.
D. Perché l’amore verso gli altri è uno strumento con il quale ci riconoscono discepoli di Cristo? Perché attraverso l’amore si può ottenere la salvezza?
R. L’amore è un dono. A chi devi donare il tuo amore? Non certamente a te stesso, perché se è un dono è per gli altri. Il Padre a chi diede il suo amore? Lo diede al Figlio, lo generò, e chiese al Figlio di darsi tutto a noi. Cristo cosa fece, venne sulla nostra terra e si diede. A chi si diede Cristo? A tutti coloro che avevano bisogno: ciechi, zoppi, paralitici, morti, lebbrosi, peccatori, affamati, assetati, ammalati di vario genere. A chi ha mostrato Cristo tutto il suo amore? Ai suoi carnefici. La nostra forza è questa capacità di superare il limite dell’amore. Chi devi amare è l’altro. Cosa chiese Gesù alla samaritana? Un gesto di amore: “Dammi la tua brocca perché io possa dissetarmi?”. E la samaritana cosa rispose?: “No, tra me e te non c’è comunione e io non ti posso amare”. La parabola più bella è quella del buon samaritano: avviene tra due nemici far un giudeo e un samaritano. Ma è il samaritano che ama quel giudeo che scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappa nei briganti. E’ il non credente che ama il credente, e questo è sconvolgente. L’amore è sempre verso l’altro, non è verso di noi. Se tu studi devi farlo per amore, se insegni devi insegnare per amore, se tu dai la scienza a coloro che non ce l’hanno devi darla per amore, con amore, con santità. Questo è il mistero che noi dobbiamo realizzare. Quando tu ami, l’altro si accorge che viene amato da te e si apre alla fede, si apre alla speranza, si apre alla carità. Gesù faceva la differenza con i farisei perché loro non amavano: giudicavano e condannavano. Cristo amava e la gente fa la differenza e corre da Lui perché sapeva di essere amata. E tutti coloro che sono andati da Cristo per chiedere un gesto d’amore lo hanno ricevuto.
D. Quando possiamo considerarci veri amici di Cristo?
R. Lo dice Gesù nel vangelo di Giovanni: ”Voi sarete miei amici se farete quello che io vi ho comandato”. Nel momento in cui io faccio la volontà di Cristo io sono amico di Cristo. L’amicizia è nel compimento della sua volontà, nel fare il suo volere, nell’osservare il vangelo. Noi viviamo il vangelo e siamo amici di Cristo. E’ questa amicizia che salva perché nell’amicizia Cristo diventa te stesso, opera attraverso di te, agisce attraverso di te, vive attraverso di te, fa attraverso di te, cammina attraverso di te, vuole attraverso di te. Tutto ciò che è umanamente impossibile diviene possibile attraverso questa amicizia che tu hai con Cristo. Lui viene e prende possesso, prende dimora in te e compie le opere del Signore. Cristo diventa la tua bocca, diventa il tuo orecchio, diventa la tua mente, diventa il tuo braccio, diventa il tuo piede, diventa il tuo cuore, diventa la tua vita. Prova a sentire con il tuo orecchio il grido di un povero e prova a sentirlo con l’orecchio di Cristo. Con il tuo orecchio non lo senti, con il cuore di Cristo tu lo avverti e allora ti chini. Nella parabola del buon samaritano il sacerdote che passa non ha l’orecchio di Cristo e non sente il grido di quel derelitto, e passa avanti. Ma nemmeno il levita ha l’orecchio di Cristo e passa avanti. Il buon samaritano, invece, che ha l’orecchio di Cristo, non passa avanti, si ferma, si prende cura, lo porta all’albergo, parla a lui, dice all’albergatore di prendersi cura. La differenza dell’orecchio vedi cosa fa? Fa cose stupende, grandi, sublimi. Quando abbiamo l’orecchio di Cristo abbiamo anche l’occhio di Cristo. Quando l’Ispiratrice il lunedì passa in mezzo a noi, lei, ha l’orecchio di Cristo, sente il grido del cuore e vede poi il cuore che grida, e si avvicina e dona una parola, una consolazione, una pace, perché lei vede e sente con il cuore e l’occhio e la mente di Cristo. Questo occorrerebbe a noi per iniziare un rapporto nuovo con i nostri fratelli che è un rapporto di grazia, di verità, di pace, di amore, di santità, di comprensione, giacché sentiamo il grido del povero, del derelitto, dell’ammalato del forestiero. Bisogna avere questa amicizia in modo che noi e Cristo diventiamo una cosa sola, e avvengono i miracoli più inauditi nella nostra vita.
D. Spesso consideriamo la GMG come un pellegrinaggio. Ma qual è la differenza?
R. Il pellegrinaggio è un cammino verso un luogo dove tu sai che c’è una fonte di santità, una fonte di grazia, una fonte di perdono, di remissione dei peccati. Nel pellegrinaggio si va verso un luogo dove tu ricevi. Alla GMG invece si và per dare. Tu vai per portare la ricchezza del tuo amore, la freschezza della tua giovinezza, la bellezza della tua fede, tu vai per portare Cristo, vai per mostrare Cristo in quel mondo dove gli altri ti mostrano Cristo. Per cui c’è un confronto con il tuo modo di vedere Cristo, portare Cristo, sentire Cristo dentro di te, e il modo degli altri, in modo che da questa comunione di fede la tua fede venga rafforzata e la fede degli altri venga anche rafforzata. La fede la si vive insieme. La fede è una comunità che la vive e il papa vuole che voi giovani siate una comunità che viviate di fede vera e il confronto è bello che ci sia; è santo che avvenga questo confronto. Insieme ci scambiamo le nostre impressioni di fede le nostre verità di fede per crescere insieme e insieme testimoniare Cristo in questo mondo oggi, domani e sempre. Il vostro difetto molte volte è che spesso vi isolate nella fede, ognuno vive la fede nel suo intimo, non c’è questo confronto potente fra di noi. Dove c’è l’isolamento lì la fede è sempre in pericolo. Una sola goccia d’acqua non serve a niente, non puoi fare niente, se invece metti insieme mille gocce d’acqua già puoi dissetare una persona, se ne metti un milione puoi innaffiare un campo, se ne metti milioni e milioni di gocce d’acqua straripa il fiume e ti inonda tutta la terra. Voi che andate a Madrid andate ad unire le vostre gocce di fede a tutte le altre gocce di fede che vengono da tutte le parti del mondo e vedrete, farete cose belle e veramente stupende saranno le opere che voi porterete, perché c’è questa fede potente che esplode e che emerge da tutti i vostri cuori.
D. Come possiamo far conoscere la bellezza dell’amicizia di Cristo ai giovani che non la conoscono?
R. Se io mi chiedo come fa un pesco a mostrare la bellezza dei suoi frutti, posso scrivere mille libri. Se invece vado in un orto quando verso giugno le pesche incominciano a maturare, lì senti il profumo di quelle pesche mature e tu non hai bisogno di niente perché vedi. Io non ho bisogno che l’ispiratrice mi parli della sua amicizia con Cristo, la vedo. Se io venissi in questa Chiesa come un marziano direi: “Ma questa donna ha qualcuno dietro di se ed è ricolmata di questo grande amore”. Tu in lei senti l’odore di questa amicizia, la percepisci. Perché l’amicizia di Cristo gli altri non la vedono, come si vede tutto quello che è visibile? Perché molte volte siamo chiusi nei nostri pensieri, nei nostri affanni, nelle nostre piccole cose della vita, nei piccoli vizi, nelle piccole abitudini, nelle piccole trasgressioni, per cui l’altro non ti vede amico di Cristo, perché non ti vede fare la Sua volontà. In questi casi puoi parlare e dire tutto quello che vuoi, ma non si vede l’amicizia con Cristo. O noi produciamo i frutti di questa amicizia o l’altro lo sa che noi non abbiamo come amico Cristo. E’ un fatto di essere. L’amicizia è fare la volontà di Cristo e quando fai l’opera di Cristo l’altro si accorge, basta una risposta che tu doni all’altro, basta dire: io questo non lo posso fare perché sono amico di Cristo. Il mio amico non vuole che io faccia questo. Tu hai dato una grande testimonianza al mondo perche hai attestato che sei amico di Cristo Gesù. E’allora che cambia il mondo. L’altro deve vedere chi tu sei. L’ispiratrice ci dice sempre: “Mostrate Cristo, siate esemplari in tutto”, cioè fate quello che Cristo vi dirà. Questo è il vangelo, purezza di amore.
D. La santità non sta nelle grandi cose ma nelle piccole cose. Quale deve essere il nostro stile di vita nelle piccole cose, nei gesti, negli incontri, nelle modalità per chiamare altri giovani a diventare amici di Cristo?
R. Tu vieni qui questa sera a partecipare a questo incontro. Ti prepari cinque minuti prima, leggi il discorso del papa e dici voglio fare una domanda per crescere in questo principio che il papa mi annuncia. Tu hai vissuto un momento di santità e questo momento aiuta anche gli altri. Se sei venuto qui di malumore, perché costretto, obbligato, quasi tirato dai capelli, hai sciupato una serata perché non hai ascoltato, non ti interessa quello che io dico. Potevi restare a casa e potevi fare la domanda per posta elettronica. E’ una piccola cosa. Ancora: vieni a messa; è un momento santo, di preghiera, ma non preghi, sei distratto, disturbi gli altri. Hai sciupato un momento di santità. Un altro esempio: incontri un amico, puoi dire una parola buona o una parola cattiva, la puoi trascinare al bene, la puoi indurre al male. E’ un incontro di peccato o di grazia. La vita non è fatta di grandi cose è fatta di piccoli momenti, piccole cose, piccoli incontri, piccole relazioni. Se santifichiamo queste piccole cose, tu santifichi tutta la tua vita, perché la vita è nelle piccole cose: in un incontro, in uno sguardo, in un sorriso, in una risposta. Osserva il vangelo. Cristo Gesù non fece grandi cose; fece tutte le piccole cose della vita quotidiana. Incontrò la samaritana e le chiese un bicchiere d’acqua, una piccola cosa. Dalla risposta della samaritana iniziò il discorso e in quel poco di tempo che Lui doveva passare presso il pozzo colse l’occasione e cambiò la vita della donna e rivoluzionò un mondo intero. Piccole cose. Anche sulla croce Cristo fa piccole cose: prega per i suoi carnefici: “Padre perdonali perché non sanno quello che fanno”; dona la madre al discepolo: “Donna ecco tuo figlio, figlio ecco tua madre”; grida al Padre il suo amore. Piccole cose. La vita è fatta di piccole cose, e queste ci salvano e dicono il nostro grado di amore per il Signore. Se noi santifichiamo il momento, santifichiamo tutta l’esistenza.
Domanda dal Web. La preparazione della GMG è a volte strumentalizzata per attaccare il papa e la chiesa anche sui media o sui social network. E’meglio ignorare questa provocazione oppure replicare?
R. Il problema è la tua fede. Quando Cristo operava, il mondo del male sempre lo contrastava. Se Cristo fa un miracolo così potente da scacciare uno spirito immondo e liberare un uomo dalla possessione diabolica e viene accusato di essere in combutta con Satana, c’è qualcosa che puoi fare nella chiesa che non venga contrastata? Il male sempre contrasta dove c’è un principio di bene. Anche se tu vieni a messa sarai contrastato da qualcuno che non vuole che tu venga a messa. Cosa dobbiamo fare? Noi dobbiamo perseverare per la nostra strada. Tu hai compreso che questa è una via santa, è una via buona. Seguila! Quando tu decidi di fare una cosa santa, falla sempre! Il contrasto lo avrai sempre. Tutti i santi sono stati contrastati, sono stati criticati, sono stati umiliati, sono stati calunniati, sono stati perseguitati, sono stati bistrattati. Però tu vai avanti, perché questa è la strada della salvezza dell’uomo. Se tu organizzi qualcosa e pensi che non ci siano i contrasti ti trovi male, perché il mondo metterà sempre il palo sulla tua strada per intralciare il tuo cammino. La morte di Cristo è il segno più potente del contrasto del mondo. Quando Gesù fece il miracolo di risuscitare Lazzaro, che sconvolse il cielo e la terra, Caifa che disse: “Dobbiamo ammazzarlo, perché se lo lasciamo fare tutto il mondo correrà dietro di lui”. La forza della fede è andare avanti sino alla fine. Il mondo lo vinci con la fede. Tu devi avere la forza di crocifiggere il mondo con la fede. Però nel momento in cui tu crocifiggi il mondo con la fede, il mondo crocifigge te fisicamente, con la calunnia, la critica, la mormorazione.
Dal Web. Quando si perde la fede e la preghiera, come ricominciare per riaccendere la nostra vita? La GMG può aiutare?
R. La GMG non esiste in sé, perché non è una persona. La GMG siete voi. Se tu vai alla GMG e incontri un ragazzo o una ragazza disperata che hanno perso la fede e tu con la tua saggezza e la tua sapienza riesci a fare come Cristo con la samaritana, allora la fede può nascere nel cuore. Ma se tu vai lì senza questo spirito di comunione, di evangelizzazione, di fede e di amore, l’altro ti passa accanto e tu neanche lo vedi. Un esempio classico: tante persone vengono in questo luogo il lunedì e quante di queste persone ci passano accanto e nemmeno ce ne accorgiamo. Noi non abbiamo gli occhi di Cristo per vedere, l’orecchio di Cristo per sentirli e il cuore di Cristo per amarli. Il problema è che noi parliamo sempre al plurale. Anche il Movimento Apostolico in sé è un’entità astratta, perché in sé, non esiste. Esistete voi, esisto io, singolarmente. Se singolarmente l’occasione viene persa l’altro si perde, anche se è venuto nel MA che è un luogo di santità, un luogo di verità, un luogo di accoglienza, un luogo di amicizia. Ma chi deve fare queste cose? E’ il singolo. Se il singolo perde quest’occasione, non c’è niente da fare. Noi siamo sempre come Gesù al pozzo. Tu puoi vedere la donna e non chiedere nulla o se ti dà una risposta negativa te ne vai, oppure ti metti a dialogare con lei per portarla alla fede. Questo è il dialogo della salvezza. Ma questo non è fatto da un movimento o da una GMG ma è fatto dalla singola persona, perché voi a Madrid vi incontrerete persona con persona. Dovete essere voi a capire che andate lì per portare una ricchezza che avete nel cuore, una ricchezza potente. La fede nasce da persona a persona. Se leggi il vangelo secondo Giovanni ti accorgi che, all’inizio, l’evangelista ti dona le regole della fede. Giovanni il Battista testimonia su Cristo: “Ecco l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”; Andrea e Giovanni sentono che Cristo è l’agnello di Dio e lo seguono e stanno una giornata con Lui. Da dove nasce la fede di questi uomini? Dalle parole di Giovanni il Battista. Andrea lo dice subito a Pietro, Gesù lo dice a Filippo, Filippo lo dice a Natanaele. Già in un solo giorno Cristo ha cinque discepoli. Trasmissione da bocca a bocca, da cuore a cuore: così nasce la fede! Molte volte noi viviamo un anno, due anni, cinque anni e non diciamo nulla a nessuno. Abbiamo perso cinque anni di fede, perché abbiamo vissuto solo per noi e non per gli altri. Il MA è questo momento in cui tu doni la fede al tuo fratello attraverso un incontro che può avvenire in mille modi.
Indicazioni fornite da Mons. Costantino Di Bruno per la preparazione dell’incontro:
– Il messaggio del Santo Padre per la 26a GMG
– Preghiera per la preparazione della GMG
– Omelia del Santo Padre per la Giornata Mondiale dei Giovani, Domenica delle Palme 2011