Il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria

Quanto Gesù oggi ci dice non è solo per i farisei e i dottori della Legge del suo tempo, ma è per tutti quelli che si professano specialisti della santità e della verità di Dio. Dio è il Santo. Ordina ai suoi figli di essere santi perché Lui è il Santo. Cosa è la santità di Dio e in cosa consiste? In un amore universale verso ogni uomo, da lui fatto a sua immagine e somiglianza. Dove e quando la santità di Dio raggiunge il sommo? Nel dono che fa del Figlio Suo Unigenito dalla Croce per la salvezza di ogni uomo. Lui veramente non si risparmia in nulla nel dono. Dio solo non può morire per amore dei suoi figli, delle sue creature. Il Figlio suo si fa uomo e muore per noi. L’amore raggiunge il sommo. Questa è la santità di Dio: morire per le sue creature.

I farisei invece si proclamano gli specialisti della santità di Dio in mezzo al popolo. Ma la loro è solo una santità di apparenza. È pura esteriorità. Se si spremesse il loro cuore per trovare un qualche segno della santità del loro Dio, non se ne troverebbe neanche una goccia. Sarebbe più facile trovare una goccia di santità da una pietra che dal loro cuore. Gesù non ama questi specialisti della santità nella sua Chiesa. Non vuole cultori di stupende cerimonie, belle liturgie, splendidi apparati, sfarzo di luci e di fiori, nuvole e odori di incensi esotici, celebrazioni lunghe e interminabili, canti polifonici, cose finalizzate tutte a nascondere la puzza del cuore pieno di calunnie, menzogne, falsità, odio, divisioni, contrasti, avidità, invidia e cose del genere.

Gesù vuole un culto povero, umile, chiese anche disadorne, prive di luci e di fiori e di incensi, perché ama che il cuore dell’uomo sia luce, fiore, incenso, fiamma che arde di amore per il Signore e per i fratelli. Una religione fatta di bellezza esteriore ma di bruttezza interiore offende il Signore. Questa liturgia costringe il Signore ad uscire dalle nostre Chiesa. Lui non può sopportare l’inganno, la menzogna, la falsità di un culto nel quale a Lui non è dato il nostro cuore tutto pervaso di amore per Lui e per i fratelli. Non ama che si celebri il sacrificio del suo amore con la calunnia nel cuore e con l’inganno sulle labbra e lo spirito pieno di falsità e di trame di male ai danni degli uomini. Questi specialisti di santità non sono amati da Dio.

Mentre stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro. Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi».

Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca (Lc 11,37-54).

Neanche sono amati da Dio gli specialisti della verità, della Legge, della Scrittura, della Parola, della morale o di qualsiasi altra disciplina attinente con la conoscenza della purissima volontà del Signore nostro Dio. Gesù vuole che chi insegna, prima provi il peso che comporta l’obbedienza alla verità, alla Legge, ai Comandamenti e poi comunichi il suo insegnamento agli altri. Se ancora per lui il peso è insopportabile, è giusto che in qualche modo lo renda leggero per gli altri. Lo specialista nella verità e nella Legge deve essere maestro esemplare di come si vive la legge e si cammina nella verità. Lui deve essere sempre specialista amorevole, pietoso, ricco di carità e di misericordia, compassionevole sempre. Sapendo quanto è pesante l’obbedienza per lui, sarà capace anche di incoraggiare quanti ancora non riescono ad essere come lui. Prima che essere specialisti nella verità, si deve essere specialisti nella carità e nella comprensione. Lo specialista è un creatore di vera speranza, non un uccisore di essa.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci specialisti in Cristo e con Lui.