Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia

La più grande misericordia per un uomo è conservare se stesso nella purissima verità di Cristo Signore. Solo dalla verità si può amare. Dalla falsità non si ama. Mai si potrà amare, perché la falsità, escludendoci dalla sapienza e saggezza, dalla grazia e dal cuore del Padre, ci impedisce di attingere la divina carità dalla quale solamente è possibile amare secondo giustizia, santità, verità, dono della vita al Padre, perché sia sempre Lui ad amare attraverso noi. L’ipocrisia è la falsità ammantata di religiosità. Gesù la paragona al lupo che viene in veste di pecora. La sua natura è di lupo. Le apparenze sono di pecora. Così dicasi per il discepolo del Signore che cade nell’ipocrisia: la sua natura è falsità e menzogna, le sue apparenze sono di verità e di giustizia, ma solo le apparenze. La sua natura è cattiveria e malvagità. Come è finta la sua natura, così sarà finto il suo amore, finte saranno anche la verità e la misericordia.

Un discepolo di Gesù è obbligato a non cadere nella falsità, nell’inganno, nella menzogna, nella cattiveria, nella malvagità dei farisei. Lo esige la sua missione. Lui è chiamato ad essere ministro di Cristo Signore, amministratore del suo cuore, del suo Santo Spirito, di tutta la misericordia e compassione del Padre. L’amministrazione della santità può essere fatta solo dalla santità. Il dono della verità è possibile dalla verità e il Vangelo può essere annunziato solo dal Vangelo. Cristo può essere donato da una intensa comunione con Lui. Poiché la misericordia del ministro di Cristo è il dono di Cristo nel quale è il dono del Padre e dello Spirito Santo, mai dal vizio, dal male, dalla falsità e dalla menzogna della vita Cristo potrà essere donato. La natura buona è esigenza di ministero, di servizio, di vera salvezza. Altrimenti anche se il ministro si dimostra essere misericordioso, la sua è falsa misericordia.

Intanto si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.

Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!

Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire» (Lc 12,1-12).

La misericordia del discepolo di Cristo è dare la sua vita a Cristo per attestare la sua verità. I più grandi operatori di misericordia sono stati i martiri. Essi, versando il loro sangue, hanno reso credibile Cristo dinanzi alle Genti. Gli hanno reso testimonianza. È Lui il solo Signore, il solo Redentore, il suo Dio della loro vita. È il Signore, il Redentore, il Dio vivo e vero. È il Dio che è capace di salvare nella morte e per questo essi non hanno paura di consegnare la loro vita alla morte. Loro si consegnano alla morte e Cristo nuovamente li consegnerà alla vita. Quando la nostra vita diviene un atto di misericordia per Cristo, il Padre prende la nostra vita e la trasforma in grazia di conversione e di salvezza per il mondo intero. Il nostro sacrificio in onore di Cristo diviene per il Padre vero olocausto di salvezza e di redenzione del mondo.

Questa altissima visione di fede oggi è venuta meno e si pensa che la misericordia consista in qualche opera di bene per gli altri. La vera misericordia è dare la vita a Cristo perché sia Lui a trasformarla in opera di misericordia secondo il suo cuore e non secondo il nostro. Noi possiamo fare tutto per l’uomo, purché non venga dal nostro cuore. Con il battesimo noi ci siamo consegnati a Cristo, nello Spirito Santo, per vivere secondo la volontà del Padre, nello Spirito Santo. È il Padre il Signore della nostra vita. Se è il Padre, di certo non siamo noi. Se non siamo noi, non siamo padroni né del nostro tempo, né delle nostre cose, né dei nostri pensieri e neanche della nostra volontà. Se siamo dal Padre, dobbiamo essere sempre dall’ispirazione e mozione dello Spirito del Padre. Il cristiano è l’uomo perennemente dalla trascendenza, mai dall’immanenza. È dalla trascendenza se è sempre e in ogni cosa dalla volontà di Dio. La sua misericordia è vera se è il frutto della sua obbedienza al Padre.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci sempre dalla volontà del Padre.