Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita

La vera misericordia inizia nel momento in cui l’uomo si incontra con la sua vera verità. Finché nel suo cuore abiteranno mille false verità, mai potrà lui essere uomo dalla vera misericordia. La prima verità che ogni uomo deve mettere nel cuore dice che il futuro eterno è frutto delle sue opere. Se le sue opere sono di carità, elemosina, bontà verso i fratelli, il suo futuro eterno sarà di beatitudine e di gioia con Dio. Se invece le sue opere sono solamente rivolte a se stesso, Dio mai lo potrà accogliere nel suo giardino di delizie. Se ne andrà all’inferno a vivere il suo egoismo e la sua solitudine. Ha amato se stesso. Non ha condiviso il suo amore.

Il ricco cattivo non ha fatto nulla di male. Non ha ucciso, non ha stuprato, non ha rubato, non ha divorziato, non ha detto alcuna falsa testimonianza, non ha disonorato i genitori, non ha desiderato la donna d’altri né le cose d’altri. Ha operato il bene solo per se stesso. Poiché Dio è amore, carità, nel suo regno per quest’uomo non c’è posto. È un egoista. Il suo è regno di comunione, condivisione, solidarietà, compassione, pietà. Anche quest’uomo che costruisce grandi granai per conservare quanto i suoi campi hanno abbondantemente prodotto, se ne va all’inferno. Ha ammassato tutto per sé. Non gode in vita e neanche in morte.

Perché la misericordia sia vera, cioè un atto di amore, compassione, solidarietà, deve esserci prima di tutto un atto di giustizia. Le cose non sono tue, sono del Signore. Il Signore ti dona di più perché doni agli altri ciò che non serve a te. Passano per le tue mani, ma non sono per te. Sono per gli altri, per quanti non hanno. È grave ingiustizia ricevere di più e trattenere tutto per sé. Il di più non è nostro. È di quanti sono nel bisogno. Questo vale per ogni uomo, ogni Stato, ogni Nazione, ogni Popolo, ogni comunità. Vale per i cristiani e per quanti non sono cristiani. Le regole di Dio, se si vuole andare in Paradiso, sono queste. Altre vie non esistono.

La giustizia non è facoltativa. Obbliga tutti, sempre. Ciò che è degli altri, va sempre dato agli altri. Se lo usiamo per noi, vige sempre l’obbligo della restituzione. Non è un furto fatto all’uomo, ma a Dio. Ora ciò che si ruba, sempre deve essere dato al suo legittimo proprietario che è il Signore. Nessuno potrà mai dichiararsi libero da questa legge. Tutti la devono osservare. È questa regola di giustizia che deve precedere la nostra misericordia verso gli altri. Poi vi è l’altra seconda verità che merita ogni attenzione: di ciò che è strettamente per noi, dobbiamo privarci di qualcosa per aiutare gli altri. Questa è misericordia in senso stretto, vero.

Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

Poi disse ai suoi discepoli: «Per questo io vi dico: non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete. La vita infatti vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non séminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Quanto più degli uccelli valete voi! Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? Se non potete fare neppure così poco, perché vi preoccupate per il resto? Guardate come crescono i gigli: non faticano e non filano. Eppure io vi dico: neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così bene l’erba nel campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, quanto più farà per voi, gente di poca fede. E voi, non state a domandarvi che cosa mangerete e berrete, e non state in ansia: di tutte queste cose vanno in cerca i pagani di questo mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta (Lc 12,13-31).

Il di più è già dei poveri per legge di giustizia. Non possiamo chiamare questo dono, misericordia. Andrebbe chiamato giustizia. È una giustizia dalla quale nessuno potrà sciogliersi, liberarsi. Di ciò che il Signore dona a noi per la nostra quotidiana esistenza, Lui ci chiede di condividere qualcosa anche con coloro che nulla hanno. Questo è il vero amore, la vera misericordia. Facciamo noi qualche piccolo sacrificio, qualche rinunzia, qualche privazione, perché l’altro possa sentirsi amato. Ad esempio: non si dona un abito usato perché noi ne abbiamo comprato altri nuovissimi. Si dona all’altro l’abito nuovissimo, lo si veste di nuovo, indossando noi gli abiti già usati, finché essi possono essere indossati. È vera misericordia.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di vera misericordia divina.