Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli!
La misericordia di Dio, quella vera, non quella pensata dal cuore falso e bugiardo dell’uomo nel quale regna il peccato, è l’offerta all’uomo della redenzione, della salvezza, della giustificazione, in Cristo, per opera dello Spirito Santo, attraverso il ministero della Chiesa. La misericordia vera è l’offerta di ogni grazia di Cristo, nello Spirito Santo, perché l’uomo abbandoni il regno del principe di questo mondo, entri nel regno di Dio e viva secondo la legge del regno: la Parola, la verità, le modalità e le forme che ci ha mostrato Gesù Signore. Lasciando il regno del principe di questo mondo ed entrando, rimanendo, vivendo da vero regno di Dio, tutto il Signore si dona all’uomo nella pienezza della sua onnipotenza. Si cerca la sua giustizia. Il resto è in sovrappiù.
Questa offerta è stata fatta da Dio ai figli di Abramo per ben circa due mila anni, senza mai stancarsi. La misericordia del Padre al suo popolo è l’offerta di Cristo e del suo corpo, nel quale devono inserirsi attraverso il battesimo di acqua nello Spirito Santo, per essere oggi nella storia corpo di Cristo, attraverso il quale il Padre manifesta, rivela e dona tutta la sua eterna misericordia. Ma cosa dice Gesù di Gerusalemme? Dice che essa ha rifiutato questa offerta. Non l’ha voluta ribellandosi ad ogni richiamo d’amore del Padre. Vi è in Gerusalemme una ostinazione così forte da non permetterle di riconoscere nell’offerta di Cristo l’offerta di Dio. Per non accogliere l’offerta del Padre, è stile di Gerusalemme uccidere i profeti e quanti il Signore le manda per chiamarla a conversione, al pentimento, al ritorno nella sua Parola.
Qual è il risultato di questa ostinazione? Il rispetto che Dio ha verso la decisione della città santa. La città santa non vuole Dio? Dio se va, portando però fuori Gerusalemme la sapienza, la saggezza, l’intelligenza, la pace, l’amore, ogni altro suo dono Lui porta con sé. Quali sono i frutti di questo abbandono del Padre? Gerusalemme viene abbandonata a se stessa. Ma non alla sua saggezza, intelligenza, forza, capacità. Bensì alla sua stoltezza, insipienza, debolezza, nullità. Senza Dio, nessun uomo è qualcosa. Basta solo una decisione di insipienza perché si crei un disastro nella città e nel mondo. Oggi forse gli uomini non si trovano nella stessa condizione di Gerusalemme? Avendo stabilito per legge che Dio non debba regnare in mezzo ad essi, non stanno rovinando il mondo con le loro decisioni di stoltezza, insipienza, debolezza, incoscienza? Quanto Gesù dice a Gerusalemme, lo dice a tutte le Gerusalemme del mondo.
In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!» (Lc 13,31-35).
È verità eterna. Quando l’uomo decide di agire in autonomia da Lui, quando sceglie di essere senza di Lui, quando per legge stabilisce che Lui debba essere fuori dei palazzi della politica, dell’economia, delle finanze, della scienza, della tecnologia, il Signore rispetta questa volontà. Lui esce. Se ne va. Però sull’umanità cade il buio fitto. Gli uomini non si comprendono più, perché Dio è il solo principio di comprensione. Non si amano più, perché solo Dio è il principio del vero amore. Non sanno più dialogare, perché solo Dio è il principio che può essere posto a fondamento di ogni vero dialogo. Gli uomini non creano più vita, perché solo Dio è il principio dal quale la vera vita può sempre sgorgare. L’uomo può creare l’uomo artificiale, la vita artificiale, la famiglia artificiale, l’umanità artificiale, ma questa è umanità, è vita di morte. Solo Dio è il principio della vera vita e della vera comunione tra gli uomini.
La misericordia di Dio è sempre secondo le regole di Dio, mai secondo le regole artificiali degli uomini. Anche la Chiesa deve vivere la misericordia di Dio, in Cristo, nello Spirito Santo, secondo le regole di Dio, mai secondo regole artificiali. Dio non riconosce nessuna regola artificiale e nessuna modalità da lui non dettata, non stabilita, non rivelata. La misericordia di Dio è l’offerta all’uomo di ogni aiuto di verità e di grazia perché ritorni a Lui, entri nel suo regno di verità e di luce, lasci il regno delle tenebre e della menzogna, della disonestà e dell’idolatria. Se l’uomo non accoglie questa misericordia, Dio sempre tornerà ad offrirgliela, senza mai stancarsi. Questo ha fatto il Padre, questo ha fatto Gesù, questo dovrà fare la Chiesa. Essa mai si dovrà stancare di operare la vera evangelizzazione, che consiste proprio in questa offerta di grazia e verità perché l’uomo torni al suo Dio e Signore. Se l’uomo non vuole tornare, Dio lo lascia a se stesso, nelle sue mani, nella sua intelligenza e sapienza che sono vera insipienza e stoltezza. I mali sono infiniti. Gerusalemme con la sua sapienza si è lasciata distruggere.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci a ritornare al nostro Dio.