RISTABILITE NEI TRIBUNALI IL DIRITTO
MERCOLEDÌ 1 LUGLIO (Am 5,14-15.21-24)
Il diritto in Israele è la Legge del Signore in ogni sua prescrizione. Sulla Legge del Signore devono vigilare i Sacerdoti per insegnarla secondo purissima verità. Anche i Re sono chiamati a vigilare perché essa venga osservata. Quando la Legge è trasgredita spetta ai giudici intervenire per rendere giustizia a quanti sono stati privati dei loro diritti, ma sempre secondo le prescrizioni della stessa Legge. Il giudice dovrà essere esperto più di ogni altro nella Legge di Dio, perché tutto avvenga nei giudizi dalla sua volontà: “Non spargerai false dicerie; non presterai mano al colpevole per far da testimone in favore di un’ingiustizia. Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in processo così da stare con la maggioranza, per ledere il diritto. Non favorirai nemmeno il debole nel suo processo. Non ledere il diritto del tuo povero nel suo processo. Ti terrai lontano da parola menzognera. Non far morire l’innocente e il giusto, perché io non assolvo il colpevole. Non accetterai doni, perché il dono acceca chi ha gli occhi aperti e perverte anche le parole dei giusti” (Es 23,1-3.6-8). “Non commetterete ingiustizia in giudizio; non tratterai con parzialità il povero né userai preferenze verso il potente: giudicherai il tuo prossimo con giustizia. Non andrai in giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né coopererai alla morte del tuo prossimo. Io sono il Signore” (Lev 19,15-16). Un popolo con giudici corrotti va in rovina. Ma anche un popolo nel quale il giudice prende il posto di Dio e giudica dalla sua volontà va in rovina. La giustizia è rimettere la Legge del Signore nel cuore di ogni uomo.
Il re Giòsafat vuole che nel popolo del Signore venga ristabilita la giustizia e così esorta i giudici: “Giòsafat rimase a Gerusalemme; poi si recò di nuovo fra il suo popolo, da Bersabea alle montagne di Èfraim, riportandolo al Signore, Dio dei loro padri. Egli stabilì giudici nel territorio, in tutte le fortezze di Giuda, città per città. Ai giudici egli raccomandò: «Guardate a quello che fate, perché non giudicate per gli uomini, ma per il Signore, il quale sarà con voi quando pronuncerete la sentenza. Ora il terrore del Signore sia con voi; nell’agire badate che nel Signore, nostro Dio, non c’è nessuna iniquità: egli non ha preferenze personali né accetta doni». Anche a Gerusalemme Giòsafat costituì alcuni leviti, sacerdoti e capifamiglia d’Israele, per il giudizio del Signore e le liti degli abitanti di Gerusalemme. Egli comandò loro: «Voi agirete nel timore del Signore, con fedeltà e con cuore integro. Su ogni causa che vi verrà presentata da parte dei vostri fratelli che abitano nelle loro città – si tratti di omicidio o di una questione che riguarda una legge o un comandamento o statuti o decreti – istruiteli, in modo che non si mettano in condizione di colpa davanti al Signore e il suo sdegno non si riversi su di voi e sui vostri fratelli. Agite così e non diventerete colpevoli. Ecco, Amaria, sommo sacerdote, sarà vostro capo in tutte le cose del Signore, mentre Zebadia, figlio di Ismaele, capo della casa di Giuda, in tutte le cose del re; in qualità di scribi sono a vostra disposizione i leviti. Coraggio, mettetevi al lavoro. E il Signore sia con chi è buono»” (2Cr 19,4-11). Ogni giudizio retto – ed è retto solo il giudizio secondo la Legge del Signore – è benedizione per il popolo del Signore.
Cercate il bene e non il male, se volete vivere, e solo così il Signore, Dio degli eserciti, sarà con voi, come voi dite. Odiate il male e amate il bene e ristabilite nei tribunali il diritto; forse il Signore, Dio degli eserciti, avrà pietà del resto di Giuseppe. «Io detesto, respingo le vostre feste solenni e non gradisco le vostre riunioni sacre; anche se voi mi offrite olocausti, io non gradisco le vostre offerte, e le vittime grasse come pacificazione io non le guardo. Lontano da me il frastuono dei vostri canti: il suono delle vostre arpe non posso sentirlo! Piuttosto come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne».
Il Signore vede le ingiustizie che regnano nei tribunali a causa di giudici iniqui e ingiusti. Chiede che il diritto, la giustizia venga ristabilita nei tribunali. Se chi deve vigilare sui giudici non vigila, si macchia lui di tutte le ingiustizie che si commettono. Il sacerdote deve insegnare la Legge del Signore. Il Re deve vigilare perché essa venga applicata. Se il sacerdote non insegna, è responsabile di ogni male che il mancato insegnamento genera. Se il re non vigila, è responsabile delle ingiustizie commesse.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ognuno viva come dinanzi a Dio il suo ministero.