RIGETTARONO LE SUE LEGGI E LA SUA ALLEANZA
LUNEDÌ 22 GIUGNO (2Re 17,5-8.13-15.18)
Dal giorno in cui nel deserto fu stipulata l’alleanza il Signore sempre lo aveva annunciato al suo popolo. La terra è un suo dono. La permanenza in essa è invece un frutto della loro fedeltà all’alleanza giurata: “Se non cercherai di eseguire tutte le parole di questa legge, scritte in questo libro, avendo timore di questo nome glorioso e terribile del Signore, tuo Dio, allora il Signore colpirà te e i tuoi discendenti con flagelli prodigiosi: flagelli grandi e duraturi, malattie maligne e ostinate. Farà tornare su di te le infermità dell’Egitto, delle quali tu avevi paura, e si attaccheranno a te. Anche ogni altra malattia e ogni altro flagello, che non sta scritto nel libro di questa legge, il Signore manderà contro di te, finché tu non sia distrutto. Voi rimarrete in pochi uomini, dopo essere stati numerosi come le stelle del cielo, perché non avrai obbedito alla voce del Signore, tuo Dio. Come il Signore gioiva a vostro riguardo nel beneficarvi e moltiplicarvi, così il Signore gioirà a vostro riguardo nel farvi perire e distruggervi. Sarete strappati dal paese in cui stai per entrare per prenderne possesso. Il Signore ti disperderà fra tutti i popoli, da un’estremità all’altra della terra. Là servirai altri dèi, che né tu né i tuoi padri avete conosciuto, dèi di legno e di pietra. Fra quelle nazioni non troverai sollievo e non vi sarà luogo di riposo per la pianta dei tuoi piedi. Là il Signore ti darà un cuore trepidante, languore di occhi e animo sgomento. La tua vita ti starà dinanzi come sospesa a un filo. Proverai spavento notte e giorno e non sarai sicuro della tua vita. Alla mattina dirai: “Se fosse sera!” e alla sera dirai: “Se fosse mattina!”, a causa dello spavento che ti agiterà il cuore e delle cose che i tuoi occhi vedranno. Il Signore ti farà tornare in Egitto su navi, per una via della quale ti ho detto: “Non dovrete più rivederla!”. E là vi metterete in vendita ai vostri nemici come schiavi e schiave, ma nessuno vi acquisterà” (Cfr. Dt 28,1-69). Perché questa catastrofe e questa tragedia fossero evitate, il Signore ha mandato al suo popolo innumerevoli profeti con grande premura. Ma il popolo si fece sordo. Si fece come la vipera sorda che tura le orecchie per non ascoltare. Alla sordità di natura a causa del peccato aggiunge la sordità della volontà, per continuare a peccare e a rimanere nella grande idolatria e immoralità.
In quei giorni, Salmanàssar, re d’Assiria, invase tutta la terra, salì a Samaria e l’assediò per tre anni. Nell’anno nono di Osea il re d’Assiria occupò Samaria, deportò gli Israeliti in Assiria, e li stabilì a Calach e presso il Cabor, fiume di Gozan, e nelle città della Media. Ciò avvenne perché gli Israeliti avevano peccato contro il Signore, loro Dio, che li aveva fatti uscire dalla terra d’Egitto, dalle mani del faraone, re d’Egitto. Essi venerarono altri dèi, seguirono le leggi delle nazioni che il Signore aveva scacciato davanti agli Israeliti, e quelle introdotte dai re d’Israele. Eppure il Signore, per mezzo di tutti i suoi profeti e dei veggenti, aveva ordinato a Israele e a Giuda: «Convertitevi dalle vostre vie malvagie e osservate i miei comandi e i miei decreti secondo tutta la legge che io ho prescritto ai vostri padri e che ho trasmesso a voi per mezzo dei miei servi, i profeti». Ma essi non ascoltarono, anzi resero dura la loro cervìce, come quella dei loro padri, i quali non avevano creduto al Signore, loro Dio. Rigettarono le sue leggi e la sua alleanza, che aveva concluso con i loro padri, e le istruzioni che aveva dato loro. Il Signore si adirò molto contro Israele e lo allontanò dal suo volto e non rimase che la sola tribù di Giuda.
Oggi siamo come ai tempi di Geremia e degli altri grandi profeti. I tempi sono gli stessi per riguardo alla sordità del popolo del Signore. Sono in verità molto dissimili, perché mentre allora il Signore ha mandato con premura i suoi profeti, oggi i profeti del Dio vivente sono divenuti “cani muti, incapaci di abbaiare”. La salvezza, la vera salvezza, viene dalla profezia. Se la vera profezia non è riuscita ad evitare la catastrofe di Gerusalemme e l’esilio del popolo del Signore, vi potrà riuscire la falsa profezia? Se a stento la vera profezia riesce a impedire che qualcuno si salvi e non si danni, potrà la falsa profezia salvare dalla morte eterna? Ecco allora la preghiera che sempre si deve innalzare dal cuore del Chiesa: chiedere al Signore che mandi veri profeti in mezzo al suo popolo. Quando la vera profezia tace, nascono nel popolo del Signore grande smarrimento, generale confusione, universale idolatria e immoralità. Che oggi si adori un falso Cristo e un falso Dio è sotto gli occhi di tutti. Dal falso Dio e dal falso Cristo mai potrà venire vera salvezza e redenzione. È il vero profeta che dona il vero Dio.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che sorgano i veri profeti per illuminare i cuori.