PER PERDERSI DIETRO ALLE FAVOLE

SABATO 6 GIUGNO (2Tm 4,1-8)

Pietro sa che è facile andare dietro a favole di ogni genere. Per questo lui rassicura i cristiani, annunziando loro la realtà storica della fede nella quale essi credono: “Infatti, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: «Questi è il Figlio mio, l’amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino. Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana è mai venuta una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio. Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri, i quali introdurranno fazioni che portano alla rovina, rinnegando il Signore che li ha riscattati. Attirando su se stessi una rapida rovina, molti seguiranno la loro condotta immorale e per colpa loro la via della verità sarà coperta di disprezzo. Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma per loro la condanna è in atto ormai da tempo e la loro rovina non si fa attendere (2Pt 1,16-2,3). La favola è un racconto senza alcun fondamento nella realtà. Essa è pura immaginazione, fantasia, pensiero della mente. Ogni idolatria è favola. Oggi tutto sta per essere trasformato in favola: Dio, Cristo, lo Spirito Santo, la Chiesa, i Sacramenti, la Scrittura, la sana dottrina, la morale, la stessa natura umana. Il gender è la favola più nefasta e abominevole che l’uomo abbia mai inventato. Tutto ormai sta divenendo un parto della mente senza alcun fondamento reale di verità e di giustizia.

Figlio mio, ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole. Tu però vigila attentamente, sopporta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero. Io infatti sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.

Chi deve salvare l’uomo da queste favole di distruzione e di annientamento di tutta la vera antropologia dell’uomo, della vera religione, della vera fede e vera morale è l’Apostolo del Signore. Lo potrà fare se annunzierà la verità di Cristo, la sua morte che è storia, la sua risurrezione che è storia, la fede vera che crea una storia di verità e di giustizia vera. Per fare questo dovrà lui stesso uscire dalle favole del mondo, divenire verità della morte e della risurrezione di Gesù, essere vera luce e vero sale. Se la sua natura non esce dal mondo delle favole e non entra nella realtà della storia di Gesù, non diviene storia che continua sulla terra, la storia del Signore morto e risorto, sempre lui apparterrà al regno delle favole. Anche lui si trasformerà ben presto in un narratore di favole e anche lui vedrà la storia come una favola e a modo di favola penserà di poterla redimere e salvare. È grande la responsabilità dell’Apostolo. Per lui il mondo esce dalla favola, per lui si inabissa in essa. Per lui si redime e per lui si imprigiona. Che oggi stiamo vivendo una pastorale da favola, lo attesta la stessa storia. Assistiamo ad una predicazione ed evangelizzazione da favola che lascia i cuori nel loro mondo. Quando l’Apostolo del Signore si trasforma in un narratore di favole, è la fine per l’uomo. Per esso non c’è vera salvezza. Dall’Apostolo è condannato per sempre alla disumanità, alla non vera umanità, a rimanere nel suo mondo che è solo vanità.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che i cristiani mai diventino narratori di favole.