Guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!
È cosa doverosa che ogni cristiano si chieda: che valore possiede oggi una parola del Signore. specie se essa è un giudizio divino sulla vita presente e futura di un uomo? Può un cristiano sostenere, affermare, proclamare, insegnare, dichiarare non solo nel privato, ma anche in pubblico una parola contraria a quella proferita da Cristo Gesù. Leggiamo: «Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». Chi legge la Scrittura Antica sa che il “guai” è il frutto del tradimento della Legge del Signore e la consegna dell’uomo alla falsità, all’idolatria, all’immoralità, alla trasgressione dei Comandamenti. Il “guai” non viene abolito se non nel ritorno dell’uomo nella verità del suo Dio con profonda conversione e grande umiltà. Si confessa il male compiuto, si chiede perdono al Signore. Il Signore concede il suo perdono. L’uomo viene integrato nella verità di Dio e di conseguenza nella sua salvezza.
Il “guai” di Gesù attesta la condizione miserevole nella quale Giuda è precipitato. Si badi bene. Il tradimento del Maestro è l’ultimo atto del passaggio di Giuda dall’ascolto di Cristo all’ascolto del diavolo. Sappiamo che Gesù, mentre dei Giudei dice che essi sono figli del diavolo, di Giuda dice che lui è un diavolo. Questa differenza va messa in luce: “Gesù riprese: «Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici” (Gv 6,70-71). “Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna” (Gv 8,38-44). La storia conferma questa parola di Gesù, attestando che Giuda, vinto dalla disperazione, dal diavolo fi condotto al suicidio. Egli fece la morte degli empi.
«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo. E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.
Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele. Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». Gli rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi».
Poi disse loro: «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra gli empi. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento». Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli disse: «Basta!» (Lc 22,21-38).
Per modificare il giudizio di Cristo Signore, occorrerebbe un altro giudizio di Cristo Signore. Poiché sempre nei Vangeli e anche negli Atti degli Apostoli questo giudizio non solo è confermato, ma anche certificato con la disperazione di Giuda – peccato contro lo Spirito Santo – nessuno che rispetti il suo Maestro e Signore né potrà, né dovrà dichiararlo nullo in nome dell’affermazione di una misericordia universale, che andrebbe ad annullare tutti gli altri giudizi storici del Signore sulle azioni di perdizione dell’uomo. La misericordia di Dio non è criterio universale per comprendere i giudizi di Dio sulla storia degli uomini. La misericordia è solo una Parola di Dio, essa non è la Parola di Dio. Finché faremo della misericordia la sola Parola di Dio, per cancellare tutte le altre Parole di Dio, noi tradiamo Cristo più di Giuda.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la vera fede nella Parola di Dio.