Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo
Lo Spirito Santo conosce ogni cuore e sa qual è la via più efficace per entrare in esso, quasi che l’altro neanche se ne accorga. Nella Scrittura Santa, dalla Genesi all’Apocalisse, tranne che in qualche parte legislativa, mai assistiamo a lezioni cattedratiche da parte del Signore e Creatore dell’uomo. Il nostro Dio agisce con noi come un pastore con le sue pecore. Le precede ed esse lo seguono, cammina assieme a loro e governa ciascuna secondo le sue personali necessità, urgenze, bisogni. La delicatezza di Dio, che molti chiamano tenerezza, è il suo esserci “quasi senza esserci”, è la sua presenza percepita “come assenza”, è la sua vicinanza “spesso sentita come vera lontananza”. Oggi Gesù, sempre mosso e guidato dallo suo Santo Spirito, entra nella vita di due dei suoi discepoli da sconosciuto, forestiero, viandante. Ieri, nella vita della donna di Samaria, era entrato come un assetato, bisognoso di un sorso di acqua. Diviene allora giusto che ognuno si chieda: “Quante volte Cristo Gesù è entrato nella mia vita e non me ne sono accorto? Quante volte ha sollecitato la mia coscienza, il mio cuore, la mia intelligenza e io sono rimasto freddo? Quante volte Lui mi ha chiesto qualcosa e io ho fatto finta di non vederlo?”. Ma è anche giusto chiedersi: “Mi lascio guidare dallo Spirito Santo per entrare in un cuore e portare in esso la luce di Cristo? So dare i segni appropriati perché l’altro si apra al mistero della verità e della grazia di Gesù Signore? Penso che siano necessarie lezioni cattedratiche per ammaestrare o invece ritengo che sia dall’incontro personale occasionale che la luce entra in un cuore? So che se l’incontro personale non produce frutto, l’incontro da professore e da maestro illuminato lascia i cuori nella loro indifferenza?”. Se il discepolo cammina come il Maestro nello Spirito Santo, sarà lo Spirito Santo a muovere cuore e intelligenza, suggerendo anche le appropriate e opportune parole da dire.
Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane (Lc 24,13-35).
Perché è detto che gli occhi dei due discepoli erano impediti nel riconoscerlo? Lo Spirito Santo oscurando i loro occhi perché non riconoscessero Gesù, vuole dare a noi un grandissimo insegnamento. Non sempre ci dobbiamo presentare come i maestri della verità, i datori della luce, i professori della scienza di Dio, gli illuminati e sapienti conoscitori del divini misteri. Neanche però vuole che ci presentiamo come sprovveduti ignoranti, stolti, stupidi, rinnegatori della retta fede e della più sana dottrina. Lo Spirito del Signore vuole invece che conserviamo nel cuore tutta la nostra ricchezza di fede, grazia, verità, giustizia, sana dottrina, volontà di Dio che muove la nostra vita e con tutta questa potenza di cielo che vive in noi a poco a poco trasciniamo e conduciamo l’altro nel cuore di Gesù Signore. Vale per tutti noi la regola di San Paolo: “Mi sono fatto come Giudeo per i Giudei, per guadagnare i Giudei. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io” (Cfr.1Cor 9,19-23). Noi invece spesso ci svestiamo della nostra più profonda verità, ci facciamo senza verità con chi è senza verità e alla fine siamo noi senza verità, assumendo la falsità dell’altro.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, rivestiteci della nostra altissima verità.