Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me

Vi sono due modi di leggere “Mosè”, cioè la Scrittura: con la propria mente di ferro, con il proprio cuore di pietra, von la propria intelligenza di fango impastato, con la frequentazione di maestri con una dottrina che è un imparaticcio di parole umane. Oppure con lo Spirito Santo del Signore, con la luce della sua divina ed eterna verità, con l’attualità della sua mozione interiore, con quella ispirazione che squarcia ogni velo e ci introduce nella luce piena del mistero di Dio.

I Giudei conoscono “Mosè”, credono in lui, letto, interpretato, compreso secondo il proprio cuore. Cristo Gesù conosce “Mosè”, crede in lui, letto, interpretato, compreso, visto dal cuore del Padre. Non dal cuore del Padre di mille e duecento anni prima o di secoli prima, ma con il cuore del Padre di oggi, con il cuore del Padre che già aveva superato Mosè attraverso i profeti che si sono susseguiti dopo di lui e che avevano portato la conoscenza di Dio a livelli altissimi, neanche immaginati, sospettati, pensati da Mosè.

Questa verità vale anche per noi. Marco non legge Cristo con gli occhi di Matteo e neanche Matteo con gli occhi di Luca. Giovanni non legge Cristo con gli occhi di Paolo né degli altri autori ispirati. Ognuno legge Cristo secondo il cuore dello Spirito Santo. Così dicasi anche per i secoli successivi. Ogni Padre della Chiesa legge Cristo con gli occhi dello Spirito del Signore e così ogni teologo e dottore che sempre si susseguono di secolo in secolo. Se ignoriamo questo principio, cadiamo in una staticità senza vita. Fissiamo Dio su una sola sua immagine allo stesso modo che il fotografo fissa l’immagine con il bisolfito perché rimanga immutabile per sempre. L’immagine di Dio è invece sempre viva, perché sempre nuova, perché infinita, eterna, divina. La vera immagine di Dio è Cristo Crocifisso. È Lui la vera immagine dell’amore di Dio, immagine che sempre va contemplata, compresa, studiata alla scuola dello Spirito Santo.

Tra Giudei e Cristo Gesù non vi potrà mai essere alcuna comprensione. Essi leggono “Mosè” con i loro occhi, Gesù lo legge con gli occhi del Padre. Lo vede nella sua storicità finita. Lo vede bisognoso di convertirsi a Lui, verità piena, perfetta, eterna del Padre. Anche Mosè deve convertirsi a Cristo, come tutti i profeti e i giusti dell’Antico Testamento. Essi offrono una immagine parziale di Dio, Cristo Gesù dona l’immagine piena. Loro parlano per ispirazione di Dio, Gesù parla per conoscenza diretta. Lui è dal seno del Padre, vive nel seno del Padre, è della stessa sostanza del Padre. Lui è la perfezione dell’amore del Padre. Tutto l’Antico Testamento deve convertirsi perennemente a Cristo, tutta la patristica, tutta la teologia, tutta la mistica, tutta l’ascetica ogni giorno si deve convertire a Cristo. È Lui la pienezza eterna di Dio.

Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?» (Gv 5,31-46).

Anche nella nostra Chiesa, di ieri, di oggi, di domani, di sempre: da dove sorgono tutti gli equivoci, i contrasti, gli scismi, le contrapposizioni, le divisioni, spesso anche le inimicizie? Dalla diversa comprensione di Cristo Gesù. Chi legge Cristo secondo scienza attuale di Spirito Santo e chi lo legge dal proprio cuore mai si potranno incontrare. Chi lo legge dall’ispirazione di ieri e chi lo legge dall’ispirazione di oggi, mai si potranno incontrare. Si ha due Cristi differenti. L’uno ha il suo proprio Cristo, l’altro ha il Cristo di Dio secondo la verità attuale dello Spirito del Signore. “Mosè” è uno, uno non è però il cuore che lo legge. “Mosè” è letto dal cuore dell’uomo e dal cuore dello Spirito Santo. Il vero Mosè è quello letto dal cuore dello Spirito Santo. L’altro è un falso Mosè. Il Vangelo è uno. Il cuore che lo legge non è uno. Così dicasi anche di Cristo. Cristo è uno, uno però non è il cuore che lo legge. Solo il cuore dello Spirito dona la sua verità.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci il cuore dello Spirito del Signore.