NON SI RICORDERÀ PIÙ IL PASSATO
LUNEDÌ 23 MARZO (Is 65,17-21)
Dio viene per condurre l’uomo dal tempo nell’eternità, passando per un presente terreno sempre nuovo, ricco di ogni sorpresa. Quanto il Signore ha fatto ieri è solo pallida figura di ciò che farà oggi. Questa verità mai va dimentica. Ecco cosa rivela il profeta Isaia sull’oggi della storia: “Così dice il Signore, che aprì una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti, che fece uscire carri e cavalli, esercito ed eroi a un tempo; essi giacciono morti, mai più si rialzeranno, si spensero come un lucignolo, sono estinti: «Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa. Mi glorificheranno le bestie selvatiche, sciacalli e struzzi, perché avrò fornito acqua al deserto, fiumi alla steppa, per dissetare il mio popolo, il mio eletto. Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi” (Is 43,16-21). Anche l’antica creazione è nulla in relazione alla nuova. Il Signore verrà per creare nuovi cieli e terra nuova. Ancora l’uomo nulla ha sperimentato della sua divina ed eterna onnipotenza. Veramente nulla è impossibile al Signore.
Così dice il Signore: «Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra; non si ricorderà più il passato, non verrà più in mente, poiché si godrà e si gioirà sempre di quello che sto per creare, poiché creo Gerusalemme per la gioia, e il suo popolo per il gaudio. Io esulterò di Gerusalemme, godrò del mio popolo. Non si udranno più in essa voci di pianto, grida di angoscia. Non ci sarà più un bimbo che viva solo pochi giorni, né un vecchio che dei suoi giorni non giunga alla pienezza, poiché il più giovane morirà a cento anni e chi non raggiunge i cento anni sarà considerato maledetto. Fabbricheranno case e le abiteranno, pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto».
L’Apocalisse dell’Apostolo Giovanni è il Libro nel quale il Signore annunzia tutte le cose future. Ogni giorno dell’Apocalisse è un giorno nuovo, ricco di sorprese da parte del nostro Dio. Tutta la storia è nelle mani dell’Agnello Immolato e Risorto. È Lui il Pastore che conduce i credenti alle sorgenti delle acque della vita: “Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro. Non avranno più fame né avranno più sete, non li colpirà il sole né arsura alcuna, perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono, sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi» (Ap 7,13-17). La novità raggiungerà la sua bellezza piena quando si entrerà nell’eternità senza più il tempo. Ma neanche allora si potrà parlare di completezza conclusa.
Sarà invece una completezza sempre nuova, perché il Signore Dio nostro è novità eterna: “E mi mostrò poi un fiume d’acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città, e da una parte e dall’altra del fiume, si trova un albero di vita che dà frutti dodici volte all’anno, portando frutto ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni. E non vi sarà più maledizione. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello: i suoi servi lo adoreranno; vedranno il suo volto e porteranno il suo nome sulla fronte. Non vi sarà più notte, e non avranno più bisogno di luce di lampada né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà. E regneranno nei secoli dei secoli. E mi disse: «Queste parole sono certe e vere. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi le cose che devono accadere tra breve. Ecco, io vengo presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro» (Ap 22,1-7). Neanche più “il passato eterno” si ricorderà, perché l’eternità è vita sempre nuova, sempre attuale. Il “passato” si ricorderà per cantare la misericordia del Signore. Si è nella gioia eterna solo per sua grazia e perché il Figlio suo ha espiato per noi sulla croce. Nell’eternità la Croce di Cristo sarà issata al centro del Paradiso, perché mai nessuno dimentichi che è solo grazie a quella Croce e al Dio Crocifisso che siamo oggi nella gioia eterna.
Madre di Dio, Angeli, Santi, dateci una purissima fede nel nostro Dio e Signore.