TORNA, ISRAELE, AL SIGNORE, TUO DIO
VENERDÌ 20 MARZO (Os 14,2-10)
Osea è il profeta che con grido accorato chiede al popolo del Signore di ritornare al suo Dio. Chiede anche ad ogni figlio del popolo si farsi profeta a sua volta per chiamare tutti i suoi fratelli, invitando a tornare al Signore: “Venite, ritorniamo al Signore: egli ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà. Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare, e noi vivremo alla sua presenza. Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l’aurora. Verrà a noi come la pioggia d’autunno, come la pioggia di primavera che feconda la terra”. Che dovrò fare per te, Èfraim, che dovrò fare per te, Giuda? Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all’alba svanisce. Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole della mia bocca e il mio giudizio sorge come la luce: poiché voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti. Ma essi come Adamo hanno violato l’alleanza; ecco, così mi hanno tradito. Gàlaad è una città di malfattori, macchiata di sangue. Come banditi in agguato una ciurma di sacerdoti assale e uccide sulla strada di Sichem, commette scelleratezze. Orribili cose ho visto a Betel; là si è prostituito Èfraim, si è reso immondo Israele. Anche a te, Giuda, io riserbo una mietitura, quando ristabilirò la sorte del mio popolo” (Os 6,1-11). La forza spirituale di un popolo sono i suoi figli che chiamano i loro fratelli perché si convertano per avere la vita promessa a chi osserva la legge del Signore. Oggi la debolezza della Chiesa sta proprio in questo: nell’invitarsi i cristiani gli uni gli altri ad uscire dall’oggettività dell’obbedienza alla Legge per consegnarsi alla soggettività di una coscienza che ormai è divenuta incapace, perché ha soffocato la verità nell’ingiustizia, di discernere bene e male dalla loro oggettività di disobbedienza alla Legge del Signore. Se il cristiano non aiuta l’altro cristiano, ognuno si sentirà solo nella sua battaglia e prima o poi smetterà di combattere. Penserà che sarà inutile difendere l’indifendibile.
Così dice il Signore: «Torna, Israele, al Signore, tuo Dio, poiché hai inciampato nella tua iniquità. Preparate le parole da dire e tornate al Signore; ditegli: “Togli ogni iniquità, accetta ciò che è bene: non offerta di tori immolati, ma la lode delle nostre labbra. Assur non ci salverà, non cavalcheremo più su cavalli, né chiameremo più “dio nostro” l’opera delle nostre mani, perché presso di te l’orfano trova misericordia”. Io li guarirò dalla loro infedeltà, li amerò profondamente, poiché la mia ira si è allontanata da loro. Sarò come rugiada per Israele; fiorirà come un giglio e metterà radici come un albero del Libano, si spanderanno i suoi germogli e avrà la bellezza dell’olivo e la fragranza del Libano. Ritorneranno a sedersi alla mia ombra, faranno rivivere il grano, fioriranno come le vigne, saranno famosi come il vino del Libano. Che ho ancora in comune con gli idoli, o Èfraim? Io l’esaudisco e veglio su di lui; io sono come un cipresso sempre verde, il tuo frutto è opera mia. Chi è saggio comprenda queste cose, chi ha intelligenza le comprenda; poiché rette sono le vie del Signore, i giusti camminano in esse, mentre i malvagi v’inciampano».
Il profeta Osea non solo rivela che il Signore è pronto al perdono, alla grande misericordia, perché è Lui che vuole riconciliarsi con il suo popolo. Dice anche che il Signore vuole aggiungere al perdono la guarigione. Questa guarigione sarà rivelata nella sua verità. Dio ci guarisce togliendo dal nostro petto il cuore di pietra e al suo posto chiederà al suo Santo Spirito di mettere un cuore di carne capace di amare. Nel Nuovo Testamento questa guarigione si chiama rigenerazione da acqua e da Spirito Santo, partecipazione della natura divina, creazione di una nuova creatura. Dalla nascita dalla carne per vivere secondo la carne si passa alla nascita da acqua e da Spirito Santo per vivere mossi dallo Spirito del Signore. Questa verità è così annunziata da Gesù a Nicodemo: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito» (Gv 3,1-8). La guarigione è per nuova nascita, dono di una nuova natura, cambio di cuore. Possiamo osservare la Legge perché è proprio della nuova natura la capacità di ogni obbedienza al Signore.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni giorno cresciamo in novità di vita.