Giudicate con giusto giudizio!

Mai nessun uomo deve dimenticare la verità della sua natura. Il Siracide ne parla con toni alti.

Il Signore creò l’uomo dalla terra e ad essa di nuovo lo fece tornare. Egli assegnò loro giorni contati e un tempo definito, dando loro potere su quanto essa contiene. Li rivestì di una forza pari alla sua e a sua immagine li formò. In ogni vivente infuse il timore dell’uomo, perché dominasse sulle bestie e sugli uccelli. Ricevettero l’uso delle cinque opere del Signore, come sesta fu concessa loro in dono la ragione e come settima la parola, interprete delle sue opere. Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore diede loro per pensare. Li riempì di scienza e d’intelligenza e mostrò loro sia il bene che il male.

Pose il timore di sé nei loro cuori, per mostrare loro la grandezza delle sue opere, e permise loro di gloriarsi nei secoli delle sue meraviglie. Loderanno il suo santo nome per narrare la grandezza delle sue opere. Pose davanti a loro la scienza e diede loro in eredità la legge della vita, affinché riconoscessero che sono mortali coloro che ora esistono. Stabilì con loro un’alleanza eterna e fece loro conoscere i suoi decreti. I loro occhi videro la grandezza della sua gloria, i loro orecchi sentirono la sua voce maestosa. Disse loro: «Guardatevi da ogni ingiustizia!» e a ciascuno ordinò di prendersi cura del prossimo (Sir 17,1-14).

Quando un uomo rinuncia all’uso del discernimento, della lingua, degli occhi, degli orecchi, perché discerne, vede, ascolta, parla con la bocca degli altri, sappia che rinuncia alla sua stessa umanità. Non è più uomo fatto da Dio. È invece uomo, fatto da un altro uomo. Oggi vi sono potentissimi strumenti attraverso i quali, quanti hanno deciso di essere creatori di uomini, esercitano una pressione così forte da indurre moltissimi loro simili a lasciarsi fare uomini a loro immagine, perché vengono fatti ad immagine del loro pensiero. Devono pensare con la loro mente, vedere con i loro occhi, sentire con i loro orecchi, parlare con la loro bocca.

Al tempo di Gesù i Giudei si erano trasformato in un potentato religioso che esercitava una pressione così forte da costringere molte persone a non seguire Cristo Signore. Quanti lo seguivano venivano espulsi dalla sinagoga. Erano dichiarati non figli di Abramo, non eredi della promessa. Non meritevoli della speranza di Israele. I potentati moderni sono molto più astuti, più subdoli, più scaltri, più diabolici. Si servono di testate di quotidiani, cinema, ogni altro mass – media, banche, borse, ideologie, sindacati, partiti, religione, sport, turismo, scuole di ogni ordine e grado. Di tutto essi si servono per creare uomini secondo il loro pensiero.

Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e si mise a insegnare. I Giudei ne erano meravigliati e dicevano: «Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?». Gesù rispose loro: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. Chi vuol fare la sua volontà, riconoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso. Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che lo ha mandato è veritiero, e in lui non c’è ingiustizia. Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?».

Rispose la folla: «Sei indemoniato! Chi cerca di ucciderti?». Disse loro Gesù: «Un’opera sola ho compiuto, e tutti ne siete meravigliati. Per questo Mosè vi ha dato la circoncisione – non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi – e voi circoncidete un uomo anche di sabato. Ora, se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché di sabato ho guarito interamente un uomo? Non giudicate secondo le apparenze; giudicate con giusto giudizio!» (Gv 7,14-24).

Gesù non chiede che si creda necessariamente in lui. Chiede a Giudei di essere puramente e semplicemente uomini. Nessuno deve rinunziare ai propri occhi, ai propri orecchi, al proprio discernimento, all’intelligenza che il Signore gli ha dato. Nessuno deve rinunciare, neanche per religione, ad essere uomo. Gesù non rinunciò alla sua vera umanità. La visse fine in fondo, terminando i suoi giorni su una croce. Morì inchiodato per attestare ad ogni uomo che essere uomo vale anche un martirio. Il martirio è scelta di essere da Dio e non dagli uomini.

Quando noi vediamo, leggiamo, decidiamo, perché un altro vuole che noi così vediamo, leggiamo, decidiamo, osserviamo, ci ribelliamo, scioperiamo, è segno che non siamo più uomini da origine divina, bensì da origine di quanti vogliono privarci della nostra vera umanità. Il cristiano è per essenza uomo fatto da Dio, ricreato in Cristo Gesù, lavorato quotidianamente dallo Spirito Santo attraverso le mani sante della Chiesa. Mai dovrà lasciarsi fare dagli uomini. Questo mai dovrà permetterlo. È un vero rinnegamento di Dio, di Cristo, dello Spirito Santo. La fede è vivere la propria umanità al sommo della sua bellezza e perfezione.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri uomini in Cristo Gesù.