LA VOSTRA SAGGEZZA E LA VOSTRA INTELLIGENZA

MERCOLEDÌ 18 MARZO (Dt 4,1.5-9)

La saggezza di Israele è tutta nella Legge del Signore. Legge però vissuta, messa in pratica. Non Legge che rimane solo sulle due tavole di pietra. Al popolo che è in esilio, questa verità ricorda il profeta Baruc. Perché Israele è in terra straniera? Perché ha smarrito la via della saggezza, non ha camminato per le vie dell’intelligenza: “Ascolta, Israele, i comandamenti della vita, porgi l’orecchio per conoscere la prudenza. Perché, Israele? Perché ti trovi in terra nemica e sei diventato vecchio in terra straniera? Perché ti sei contaminato con i morti e sei nel numero di quelli che scendono negli inferi? Tu hai abbandonato la fonte della sapienza! Se tu avessi camminato nella via di Dio, avresti abitato per sempre nella pace. Impara dov’è la prudenza, dov’è la forza, dov’è l’intelligenza, per comprendere anche dov’è la longevità e la vita, dov’è la luce degli occhi e la pace. Chi è salito al cielo e l’ha presa e l’ha fatta scendere dalle nubi? Chi ha attraversato il mare e l’ha trovata e l’ha comprata a prezzo d’oro puro? Nessuno conosce la sua via, nessuno prende a cuore il suo sentiero.

Ma colui che sa tutto, la conosce e l’ha scrutata con la sua intelligenza, colui che ha formato la terra per sempre e l’ha riempita di quadrupedi, colui che manda la luce ed essa corre, l’ha chiamata, ed essa gli ha obbedito con tremore. Le stelle hanno brillato nei loro posti di guardia e hanno gioito; egli le ha chiamate ed hanno risposto: «Eccoci!», e hanno brillato di gioia per colui che le ha create. Egli è il nostro Dio, e nessun altro può essere confrontato con lui. Egli ha scoperto ogni via della sapienza e l’ha data a Giacobbe, suo servo, a Israele, suo amato. Per questo è apparsa sulla terra e ha vissuto fra gli uomini. Essa è il libro dei decreti di Dio e la legge che sussiste in eterno; tutti coloro che si attengono ad essa avranno la vita, quanti l’abbandonano moriranno. Ritorna, Giacobbe, e accoglila, cammina allo splendore della sua luce. Non dare a un altro la tua gloria né i tuoi privilegi a una nazione straniera. Beati siamo noi, o Israele, perché ciò che piace a Dio è da noi conosciuto. Coraggio, popolo mio, tu, memoria d’Israele!” (Cfr. Bar 3,9-4,37). La Legge non è data per essere studiata soltanto. Neanche è data perché con essa si scrivano libri e libri di commento. Essa è data perché venga osservata, messa in pratica. È saggio chi vive la Legge, non chi la conosce a memoria. La Legge praticata rivela la sapienza di un uomo.

Mosè parlò al popolo e disse: «Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi. Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il Signore, mio Dio, mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica nella terra in cui state per entrare per prenderne possesso. Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”. Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do? Ma bada a te e guàrdati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno visto, non ti sfuggano dal cuore per tutto il tempo della tua vita: le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli».

La Legge del Signore è la sola via della vita, della verità, della giustizia, dell’onesta, della prudenza, della fortezza, della temperanza. Non si vive la legge, si percorrono vie di stoltezza, insipienza, morte. Chi osserva la Legge cammina di vita in vita e raggiunge la vita eterna. Chi invece disobbedisce ai Comandamenti percorre vie di morte e si avvia verso la morte eterna. Oggi purtroppo questa duplice verità è stata dichiarata nulla. Non si crede più in essa. Ma tutto il mistero della salvezza è stato radiato dalla mente dei credenti. La religione sta divenendo solo un apparato di culto senza verità, giustizia, santità. Tutto si sta portando nell’immanenza. Non si vuole più nessun contatto o relazione con la trascendenza. Stiamo costruendo una religione di stoltezza, insipienza, cecità, idolatria, immoralità. Ci resta solo la falsa misericordia che deve nascondere la totale assenza del mistero che è l’anima della fede cattolica.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che mistero e trascendenza siano essenza della fede.