NON COPRIRCI DI VERGOGNA

MARTEDÌ 17 MARZO (Dn 3,25.34-43)

La preghiera dei giusti, di ogni profeta, degli uomini di Dio, dei saggi, nei momenti in cui il popolo di Dio è in grande calamità, si riveste sempre di una duplice finalità: confessare la santità di Dio. In nulla Lui è venuto meno negli impegni assunti. Se il popolo del Signore è in esilio, non lo è perché Dio non ha saputo, potuto, voluto aiutarlo, proteggerlo, difendendolo. Nelle sciagure del popolo nessuna responsabilità in Dio. Ogni responsabilità invece è del popolo che è venuto meno agli impegni assunti con il suo Dio e Signore. Il Salmo rivela queste due verità. Esso esalta l’innocenza del Signore e tutta la colpevolezza o la vergogna del popolo: “Dio, con i nostri orecchi abbiamo udito, i nostri padri ci hanno raccontato l’opera che hai compiuto ai loro giorni, nei tempi antichi. Tu, per piantarli, con la tua mano hai sradicato le genti, per farli prosperare hai distrutto i popoli. Non con la spada, infatti, conquistarono la terra, né fu il loro braccio a salvarli; ma la tua destra e il tuo braccio e la luce del tuo volto, perché tu li amavi. Sei tu il mio re, Dio mio, che decidi vittorie per Giacobbe. Per te abbiamo respinto i nostri avversari, nel tuo nome abbiamo annientato i nostri aggressori. Nel mio arco infatti non ho confidato, la mia spada non mi ha salvato, ma tu ci hai salvati dai nostri avversari, hai confuso i nostri nemici. In Dio ci gloriamo ogni giorno e lodiamo per sempre il tuo nome. Ma ora ci hai respinti e coperti di vergogna, e più non esci con le nostre schiere. Ci hai fatto fuggire di fronte agli avversari e quelli che ci odiano ci hanno depredato. Ci hai consegnati come pecore da macello, ci hai dispersi in mezzo alle genti. Hai svenduto il tuo popolo per una miseria, sul loro prezzo non hai guadagnato”. Sempre Dio è con il popolo, quando il popolo è con il suo Dio. Il popolo è con il suo Dio quando è fedele all’alleanza, alla Legge, ai Comandamenti.

Hai fatto di noi il disprezzo dei nostri vicini, lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno. Ci hai resi la favola delle genti, su di noi i popoli scuotono il capo. Il mio disonore mi sta sempre davanti e la vergogna copre il mio volto, per la voce di chi insulta e bestemmia davanti al nemico e al vendicatore. Tutto questo ci è accaduto e non ti avevamo dimenticato, non avevamo rinnegato la tua alleanza. Non si era vòlto indietro il nostro cuore, i nostri passi non avevano abbandonato il tuo sentiero; ma tu ci hai stritolati in un luogo di sciacalli e ci hai avvolti nell’ombra di morte. Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio e teso le mani verso un dio straniero, forse che Dio non lo avrebbe scoperto, lui che conosce i segreti del cuore? Per te ogni giorno siamo messi a morte, stimati come pecore da macello. Svégliati! Perché dormi, Signore? Déstati, non respingerci per sempre! Perché nascondi il tuo volto, dimentichi la nostra miseria e oppressione? La nostra gola è immersa nella polvere, il nostro ventre è incollato al suolo. Àlzati, vieni in nostro aiuto! Salvaci per la tua misericordia!” (Sal 44 (43) 1-27). Gesù è invece l’Innocente, il Santo, il Giusto. La sofferenza in Lui è solo una prova di amore, verità, totale abbandono alla divina volontà.

In quei giorni, Azaria si alzò e fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca disse: «Non ci abbandonare fino in fondo, per amore del tuo nome, non infrangere la tua alleanza; non ritirare da noi la tua misericordia, per amore di Abramo, tuo amico, di Isacco, tuo servo, di Israele, tuo santo, ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare la loro stirpe come le stelle del cielo, come la sabbia sulla spiaggia del mare. Ora invece, Signore, noi siamo diventati più piccoli di qualunque altra nazione, oggi siamo umiliati per tutta la terra a causa dei nostri peccati. Ora non abbiamo più né principe né profeta né capo né olocausto né sacrificio né oblazione né incenso né luogo per presentarti le primizie e trovare misericordia. Potessimo essere accolti con il cuore contrito e con lo spirito umiliato, come olocausti di montoni e di tori, come migliaia di grassi agnelli. Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te e ti sia gradito, perché non c’è delusione per coloro che confidano in te. Ora ti seguiamo con tutto il cuore, ti temiamo e cerchiamo il tuo volto, non coprirci di vergogna. Fa’ con noi secondo la tua clemenza, secondo la tua grande misericordia. Salvaci con i tuoi prodigi, da’ gloria al tuo nome, Signore».

Confessare le proprie colpe è l’inizio della salvezza. Ogni singolo è parte del popolo.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni cristiano riconosca le colpe di tutti come sue.