EGLI NON SERBA PER SEMPRE LA SUA IRA

SABATO 14 MARZO (Mi 7,14-15.18-20)

Tutto l’agire di Dio nel tempo della storia ha un solo fine: aiutare l’uomo perché si converta e viva. Anche tutte le profezie di minaccia e ogni maledizione annunziata, compresa la maledizione eterna, hanno un solo scopo: aiutare l’uomo perché smetta di peccare e si consacri interamente all’obbedienza alla Parola. Il Signore non solo non conserva per sempre la sua ira per il suo popolo, neanche si vuole servire di essa. Questa verità è così attestata da Isaia: “Sì, tu hai rigettato il tuo popolo, la casa di Giacobbe, perché rigurgitano di maghi orientali e di indovini come i Filistei; agli stranieri battono le mani. La sua terra è piena d’argento e d’oro, senza limite sono i suoi tesori; la sua terra è piena di cavalli, senza limite sono i suoi carri. La sua terra è piena di idoli; adorano l’opera delle proprie mani, ciò che hanno fatto le loro dita. L’uomo sarà piegato, il mortale sarà abbassato; tu non perdonare loro. Entra fra le rocce, nasconditi nella polvere, di fronte al terrore che desta il Signore e allo splendore della sua maestà, quando si alzerà a scuotere la terra. L’uomo abbasserà gli occhi superbi, l’alterigia umana si piegherà; sarà esaltato il Signore, lui solo, in quel giorno. Poiché il Signore degli eserciti ha un giorno contro ogni superbo e altero, contro chiunque si innalza, per abbatterlo, contro tutti i cedri del Libano alti ed elevati, contro tutte le querce del Basan, contro tutti gli alti monti, contro tutti i colli elevati, contro ogni torre eccelsa, contro ogni muro fortificato, contro tutte le navi di Tarsis e contro tutte le imbarcazioni di lusso. Sarà piegato l’orgoglio degli uomini, sarà abbassata l’alterigia umana; sarà esaltato il Signore, lui solo, in quel giorno” (Is 2,6-17). Necessariamente il Signore deve intervenire nella storia, altrimenti l’uomo perde finanche la verità della sua natura e si immerge in una immoralità così grande dalla quale non c’è più uscita.

Ecco ancora le parole del profeta: “Va’’, popolo mio, entra nelle tue stanze e chiudi la porta dietro di te. Nasconditi per un momento, finché non sia passato lo sdegno. Perché ecco, il Signore esce dalla sua dimora per punire le offese fatte a lui dagli abitanti della terra; la terra ributterà fuori il sangue assorbito e più non coprirà i suoi cadaveri. In quel giorno il Signore punirà con la spada dura, grande e forte, il Leviatàn, serpente guizzante, il Leviatàn, serpente tortuoso, e ucciderà il drago che sta nel mare. In quel giorno la vigna sarà deliziosa: cantàtela! Io, il Signore, ne sono il guardiano, a ogni istante la irrigo; per timore che la si danneggi, ne ho cura notte e giorno. Io non sono in collera. Vi fossero rovi e pruni, muoverei loro guerra, li brucerei tutti insieme. Oppure si afferri alla mia protezione, faccia la pace con me, con me faccia la pace! Nei giorni che verranno Giacobbe metterà radici, Israele fiorirà e germoglierà, riempirà il mondo di frutti” (Is 26,20-27,6). Il Signore deve venire, deve operare. La salvezza dell’uomo è solo dal suo intervento, a volte forte e risoluto, ma necessario per ricondurre l’uomo sulla via della giustizia e della verità, dell’amore e della vita.

Pasci il tuo popolo con la tua verga, il gregge della tua eredità, che sta solitario nella foresta tra fertili campagne; pascolino in Basan e in Gàlaad come nei tempi antichi. Come quando sei uscito dalla terra d’Egitto, mostraci cose prodigiose. Quale dio è come te, che toglie l’iniquità e perdona il peccato al resto della sua eredità? Egli non serba per sempre la sua ira, ma si compiace di manifestare il suo amore. Egli tornerà ad avere pietà di noi, calpesterà le nostre colpe. Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati. Conserverai a Giacobbe la tua fedeltà, ad Abramo il tuo amore, come hai giurato ai nostri padri fin dai tempi antichi.

Oggi è questo il grande errore che stiamo commettendo noi, figli della Chiesa. Abbiamo dichiarato che Dio è solo misericordia. Lo abbiamo privato della sua volontà di salvezza e di redenzione. Abbiamo detto e stiamo dicendo su di Lui ogni falsità e menzogna. Il peccato lo abbiamo dichiarato non peccato, la disobbedienza non disobbedienza, la verità non verità. Del nostro Dio rimane uno scheletro, senza anima, senza spirito, senza cuore, senza volontà, senza sentimento. Neanche è come uno spauracchio in un campo di cocomeri. Se non diamo la verità a Dio, mai la possiamo dare all’uomo. La verità dell’uomo è dalla verità di Dio e la giustizia dell’uomo è dalla santità del suo Dio. Se Dio è senza verità, anche l’uomo sarà senza verità.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni cristiano ridoni a Dio la sua piena verità.