Chi si vergognerà di me e delle mie parole
VENERDÌ 21 FEBBRAIO (Mc 8,34-9,1)
Al di là di tutte le speculazioni teologiche, filosofiche, antropologiche, psicologiche, religiose, di qualsiasi altra origine proveniente dal cielo, dalla terra, o dagli inferi, una verità va messa in chiara evidenza: il cristiano ha stipulato con Cristo Gesù un patto, un vero contratto. Si tratta di un contratto nel quale nessuna variazione o modifica potrà essere apportata. Ecco i termini del contratto: Tu, uomo, sulla terra, mentre starai nel tempo, ti lascerai anche crocifiggere per fare la mia volontà. Io, Gesù, ti darò oggi la vita eterna e domani, quando verrai nell’eternità, ti accoglierò nella mia casa di gloria, gioia, pace, beatitudine senza fine. Se però tu, uomo, rinnegherai il contratto che sarà sigillato con il mio sangue, non avrai posto con me nel mio paradiso. Gesù non ha mai ingannato alcuno. Non ha mai detto una cosa per un’altra. Il suo contratto è pubblico, dinanzi a tutti gli Angeli del cielo, al Padre suo e allo Spirito Santo. Chi osserva il contratto in ogni suo codice da osservare, avrà la gioia di stare con Lui. Chi non lo rispetta, non potrà godere di questa gioia. Essa è solo nel rispetto del contratto.
Il primo codice di questo contratto vuole che non ci si vergogni di Lui dinanzi agli uomini. Vuole che si confessi e si riconosca Cristo Gesù nella sua verità divina e umana, per il cielo e per la terra, per il tempo e per l’eternità. Senza questa confessione pubblica, dinanzi al mondo intero, della verità di Cristo, il contratto non viene osservato e neanche Lui ci riconoscerà come suoi dinanzi al Padre suo e agli Angeli di Dio. È questo il motivo che spinge san Paolo ad esortare il suo discepolo Timoteo a non vergognarsi del Vangelo: “Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza. Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo, per il quale io sono stato costituito messaggero, apostolo e maestro. È questa la causa dei mali che soffro, ma non me ne vergogno: so infatti in chi ho posto la mia fede e sono convinto che egli è capace di custodire fino a quel giorno ciò che mi è stato affidato. Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato. Tu sai che tutti quelli dell’Asia, tra i quali Fìgelo ed Ermògene, mi hanno abbandonato. Il Signore conceda misericordia alla famiglia di Onesìforo, perché egli mi ha più volte confortato e non si è vergognato delle mie catene; anzi, venuto a Roma, mi ha cercato con premura, finché non mi ha trovato. Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso Dio in quel giorno. E quanti servizi egli abbia reso a Èfeso, tu lo sai meglio di me” (2Tm 1,6-18). Il patto obbliga sempre, in ogni momento.
In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi». Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza».
È parte essenziale del contratto l’obbedienza ad ogni altro comando di Cristo Gesù, ad ogni sua Parola. Chi accetta e sottoscrive il contratto, non può trasgredirlo dicendo o insegnando che avrà ugualmente i beni contenuti in esso. Dal contratto si può uscire, ma si esce anche dai beni promessi. Non saremo accolti nella sua beatitudine.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il cristiano creda nel contratto che ha sottoscritto.