NOI CI RIVOLGIAMO AI PAGANI

VENERDÌ 14 FEBBRAIO (At 13,46-49)

La missione ai pagani non viene perché il popolo dei Giudei ha rifiutato Cristo Signore. Essa viene invece dal cuore stesso di Cristo Gesù prima della sua gloriosa ascensione al cielo: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,18-20). «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno» (Mc 16,15-18). “E nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto” (Lc 24,47-49). La missione stessa di Paolo alle genti è voluta direttamente dal Signore. Essa però non è rivolta esclusivamente alle nazioni, ma anche i figli d’Israele: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d’Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome» (At 9,15-16). Storicamente, ma solo storicamente potrebbe apparire in Paolo che l’apertura ai pagani avvenga in ragione del rifiuto dei Giudei. Dobbiamo credere che Paolo abbia invece un così grande amore per il suo popolo, da voler consumare per esso tutte le sue forze. Poiché essi non vogliono convertirsi. Lui consumerà tutte le sue forze con i pagani. Non toglie nulla a loro. Dona tutto agli altri.

In quei giorni, [ad Antiòchia di Pisìdia] Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono [ai Giudei]: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: “Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”». Nell’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione.

Nella Lettera ai Romani Paolo vede un grande mistero in ordine alla salvezza sia dei Giudei che dei pagani. Questo mistero è il frutto dell’impenetrabile sapienza di Dio: “Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l’ostinazione di una parte d’Israele è in atto fino a quando non saranno entrate tutte quante le genti. Allora tutto Israele sarà salvato, come sta scritto: Da Sion uscirà il liberatore, egli toglierà l’empietà da Giacobbe. Sarà questa la mia alleanza con loro quando distruggerò i loro peccati. Quanto al Vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla scelta di Dio, essi sono amati, a causa dei padri, infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti! O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio? Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen” (Rm 11,25-35). Se è mistero, c’è qualcosa che sempre supera la nostra umana intelligenza e sapienza. Questo vale anche per la vita di ogni singola persona. Il cristiano si deve prostrare in adorazione e dare a Dio ogni obbedienza, lasciandosi muovere sempre dallo Spirito Santo, il solo che conosce il mistero stabilito nei secoli dal Padre e affidato a Lui perché lo realizzi attraverso ogni singolo membro del corpo di Cristo Gesù.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci adoratori del mistero in piena obbedienza allo Spirito.