Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino
Secondo la teologia classica il peccato è “Aversio a Deo et conversio ad creaturas”. Cosa è allora la conversione? Essa deve necessariamente essere “Avversione alle creature e conversione a Dio”. L’avversione non è alle creature in quanto tali. Tutto ciò che Dio ha creato è buono, anzi molto buono. L’avversione è alle creature razionali che tentano l’uomo perché non segua la volontà del suo Dio, Creatore, Signore, ma la loro propria volontà. Eva peccò quando sostituì la volontà di Dio con quella di Satana. La sostituzione della volontà è sostituzione di Dio. È Dio per l’uomo colui del quale si compie la volontà. “Dimmi a chi obbedisci e ti dirò chi è il tuo Dio”. L’uomo può essere anche Dio di se stesso, se obbedisce alla sua volontà e può dichiararsi Dio per gli altri, se obbliga o costringe gli altri a fare la sua volontà. Se seguiamo la volontà di Satana, Satana è il nostro Dio. Se seguiamo la volontà degli uomini, gli uomini sono il nostro Dio. Se seguiamo la nostra volontà, siamo Dio di noi stessi.
Nell’Antico Testamento i profeti sono un grido ininterrotto che chiama i figli di Israele alla conversione. La conversione è duplice. Essa è alla Legge data da Dio al suo popolo presso il Monte Sinai e posta a fondamento stabile dell’Alleanza. Essa è anche ad ogni Parola che il Signore fa udire al suo popolo, Parola che apre il cammino della rivelazione su un infinito ancora tutto da svelare e da concretizzare sia nel tempo che nell’eternità. La conversione diviene così ascolto della Parola data o da dare e cammino in essa e per essa. Un solo popolo, un solo Dio, una sola Parola da vivere, una sola legge da osservare, una sola volontà da ascoltare e alla quale obbedire. Se l’uomo si sottrae a questo ascolto, obbedienza, Parola, Legge, esce da Dio e si accosta alle creature. Diviene idolatra e da idolatra si trasforma in un immorale. La sua vita è tolta alla sapienza e consegnata alla stoltezza. Si abbandona la via della vera vita e si percorrono solo vie di morte. La vita è solo nella Parola di Dio.
Viene Gesù. Chiede la conversione. Essa è motivata dalla vicinanza del regno dei cieli. Il regno dei cieli è vicino. Urge convertirsi per poterlo accogliere. Ma a cosa ci si deve convertire? Non certo alla Legge antica, alla Parola antica, agli Statuti antichi, alle Norme antiche. Urge convertirsi alla nuova Parola di Dio che è data tutta da Cristo Signore. Il regno di Dio è nuovo, la Parola di Dio è anche nuova. Non si può entrare nel nuovo regno di Dio con la Parola antica di Dio. Nuovo è il regno e nuova dovrà essere la Parola. Gesù non chiede la conversione a Mosè. Né la chiede ad Elia o ad altri profeti. Nemmeno la chiede a tutto l’Antico Testamento. La chiede alla sua Parola. Convertitevi e credete nel Vangelo. Convertitevi e credete nella mia Parola. Sono io il Nuovo Regno di Dio e sono io la Nuova Parola di Dio, la Parola Attuale alla quale ci si deve convertire per entrare nel regno di Dio. Senza conversione alla Parola di Gesù si rimane nel vecchio regno. Ma il vecchio regno non esiste più. Si rimane in una struttura sacra dalla quale Dio è uscito, perché orma la nuova struttura è Cristo e solo Lui.
Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Mt 4,12-17).
Sempre Gesù ha manifestato questa non conciliabilità tra i due regni. Gesù non è venuto a restaurare l’antico regno di Israele. Lui è venuto a portare il nuovo regno di Dio, il regno dei cieli sulla nostra terra. È dei cieli il regno, ma deve vivere sulla terra. È di Dio e deve abitare in mezzo agli uomini. Essendo nuovo il regno, nuovo dovrà essere l’uomo, nuova la Legge, nuova la Parola, nuovo il Re. Anzi il Re di questo nuovo regno non solo è nuovo, è anche eterno, è anche Dio, è il Figlio Unigenito del Padre che si è fatto carne. La conversione al regno necessariamente dovrà essere conversione al Re nuovo che viene per creare un nuovo regno di Dio. Le cose vecchie sono passate. Ecco, ne nascono delle nuove. Non si tratta allora di una conversione morale, simile a quella predicata da Giovanni il Battista. La conversione chiesta da Gesù è passaggio al regno nuovo, abbandonando totalmente, completamente, radicalmente l’antico. Non si può stare con la mente, con il cuore, con il desiderio, con la volontà in due regni. Il passaggio deve essere reale. Deve esserci un salto che è abbandono di ciò che fu.
Mai nessun profeta ha chiesto la conversione alla sua persona. Gesù invece è questa la conversione che chiede: fede nella sua Parola, nelle sue opere, nella sua Persona, nel suo insegnamento, nel suo Vangelo. Si lascia Mosè, si mettono da parte i profeti, si esce da ogni struttura antica, si entra nella Nuova Alleanza nel suo sangue. È la conversione giusta e santa. O si entra in Lui e in Lui si vive da regno di Dio, oppure si rimane in un regno ormai morto.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci vero Regno di Dio in Cristo Gesù.