E vide e credette
Gv 20,2-8
VENERDÌ 27 DICEMBRE
Gesù non solamente parla a noi del Padre, ce lo mostra anche attraverso la sua vita. Ogni sua opera è attestazione di questa unità di vita che vi è tra Lui e il Padre suo: “Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato” (Gv 1,18). “Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse” (Gv 14,8-11). Chi vuole che l’uomo al quale si parla creda in Gesù, anche lui deve mostrare che tra lui e Gesù vi è una intima unione e comunione di vita. Tra la fede in Cristo e la vita in Cristo deve regnare perfetta armonia. Ciò che si dice è vita. Ciò che è vita si dice. L’altro vede questa armonia, comunione, unione, corrispondenza e si apre alla fede.
Essendo la fede vero e pieno atto umano, vero e pieno atto umano deve essere il suo annunzio. Nell’annunzio della fede tutto l’uomo deve partecipare. Ecco come Giovanni vive l’annunzio come vero atto umano: “Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena” (1Gv 1,1-4). Il Vangelo non è solo ciò che Gesù ha detto. Ma anche ciò che Gesù ha fatto. Non lo ha fatto e neanche lo ha detto per la sua sola umanità, ma perché lui ha consegnato tutto se stesso al Padre e allo Spirito Santo. Il Vangelo è il racconto di Cristo che vive e opera nella pienezza del suo mistero umano e divino, terreno e celeste. Anche il discepolo di Gesù, se vuole che per lui l’uomo giunga o si apra alla fede in Cristo, deve presentarsi con tutta la potenza del suo essere trasformato dall’amore del Padre, dalla grazia di Cristo, dalla comunione dello Spirito Santo. È via essenziale, perenne, sempre da percorrere.
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Anche nell’Apostolo Giovanni la fede nasce dalla visione. In verità lui non ha visto il Cristo Risorto. Ha visto i segni lasciati nel sepolcro dalla risurrezione del suo Maestro. Nella tomba c’è un ordine mirabile, angelico, divino. Questo ordine gli rivela che Gesù è veramente risorto, secondo la Parola da lui detta e anche secondo le antiche profezie. Il discepolo di Gesù annunzia la risurrezione. Cosa deve vedere l’uomo per credere nella Parola che annunzia il mistero di Cristo Signore? L’ordine di grazia, verità, giustizia, santità che regna nel sepolcro del peccato che è il corpo dell’uomo. Avendo il peccato lasciato il corpo dell’uomo, il suo posto è stato preso dalle virtù. Sono esse che rivelano che Lui è veramente risorto in Cristo Signore. Se invece nel suo corpo dimorano peccato, vizio, trasgressione, e tutte le opere della carne, questa visione mai porterà alla fede in Cristo. È palesemente evidente che Gesù non è risorto in lui. Mancano si segni operati dalla venuta nel suo corpo di Cristo Risorto. La Parola sempre dovrà essere accompagnata dai segni delle virtù, della grazia e di ogni frutto dello Spirito Santo. Sempre nascerà la fede se il nostro corpo è svuotato da ogni vizio.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il nostro corpo sia pieno di luce, grazia, verità.