Non temere di prendere con te Maria

Mt 1,18-24

MERCOLEDÌ 18 DICEMBRE

Ogni uomo deve volere che i suoi passi siano condotti dalla Legge del suo Dio. In questa conduzione lui deve sempre cercare non solo il più grande bene per sé, ma anche per gli altri. Ogni uomo è chiamato ad essere ad immagine e a somiglianza del suo Creatore e Signore. Chi è il nostro Signore? Colui che ha pensato, pensa, penserà sempre il miglior bene per l’uomo, frutto della sua sapienza eterna. Così San Paolo nella Lettera ai Romani: “Quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione” (Rm 5,6-11). Come il suo Dio, anche Giuseppe pensa il meglio per la Vergine Maria. Come Giuseppe, sempre il discepolo di Gesù deve pensare il meglio per ogni altro uomo.

Ma il Signore non vuole per la Vergine Maria il meglio pensato dall’uomo, vuole il meglio, anzi l’ottimo pensato da Lui. Vuole il sommo bene e manda un suo Angelo a chiedere a Giuseppe che metta tutta la sua vita a servizio del suo mistero di salvezza e di redenzione. Lui dovrà prendere con sé Maria come sua sposa. Dovrà dare anche il nome al Figlio che nascerà da lei. Per lui il Figlio di Maria sarà vero Figlio di Davide. Sarà il Re dal regno eterno. Sarà il Figlio di Davide a salvare il popolo dai suoi peccati. Appena si desta dal sonno, Giuseppe fa come il Signore gli aveva ordinato. Così Giuseppe si rivela grande maestro nella giustizia e grande maestro nell’obbedienza. Essendo grande maestro nell’obbedienza, sarà anche perfetto maestro nel servizio. Ecco la perfezione chiesta al discepolo di Gesù: maestro nella giustizia, nell’obbedienza, nel servizio. Sempre il Signore cerca di questi discepoli di Gesù. Ad essi vuole affidare i misteri della salvezza e della redenzione perché diano ad essi pieno compimento lungo tutto il corso della storia. Se però un discepolo di Gesù non è grande nella giustizia, mai sarà grande nell’obbedienza e mai nel servizio.

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

Il mistero della Vergine Maria e di Cristo Gesù deve accompagnare tutta la storia dell’umanità. Maria e Gesù ci sono sempre. Chi spesso manca è il discepolo. A lui il Signore non può chiedere di prendere con sé Maria come sua mistica sposa e neanche di accogliere Gesù come suo vero cuore, vera vita, perché non è maestro nella giustizia, nella verità, nell’amore. Sarà sempre difficile obbedire per chi si pone fuori della Legge del Signore, per chi non pensa il meglio per ogni suo fratello. Il mistero del Natale non può morire. Il giorno in cui per noi muore, muore anche il mistero della salvezza e della redenzione che è Cristo Gesù e che oggi si deve compiere per l’immediata obbedienza del discepolo del Signore. Urge allora che il cristiano entri nella giustizia più alta se vuole vivere di vera obbedienza al suo Signore.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che l’esempio di Giuseppe guidi tutta la nostra vita.