Neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe

Il perdono cristiano è secondo Dio quando il fatto viene considerato non fatto, come se mai fosse avvenuto. Anzi il perdono cristiano chiede ad ogni offeso che vada dall’offensore gli proponga la riconciliazione. Dio a noi chiede poco, anzi quasi nulla: solo pensare e agire come se il fatto non fosse mai accaduto. Lui è andato infinitamente oltre. Il Figlio suo, il suo Figlio Unigenito, il Verbo Eterno da Lui generato in principio, da sempre nell’eternità, si è fatto carne ed ha espiato per noi, al nostro posto, prendendo su di sé tutti le colpe e le pene dovute per i nostri peccati, le nostre trasgressioni, le nostre disobbedienze. A noi il Signore non ha chiesto di espiare i peccati del mondo. Ci ha chiesto solo quattro cose: amare i nemici, pregare per i persecutori, la riconciliazione se sappiamo che un fratello ha qualcosa contro di noi, perdonare ogni offesa ricevuta. Non ci ha chiesto di espiare noi il peccato contro di noi. San Paolo si assume anche questo obbligo che è di Cristo, perché a sua giudizio, il corpo deve vivere una sola legge. La legge che fu di Cristo deve essere anche del corpo. Essendo Paolo vero corpo di Cristo, lui sente di dover assumere nella sua carne l’espiazione dei peccati del mondo. In verità Cristo Signore l’espiazione non l’ha chiesta direttamente. Indirettamente l’ha chiesta, invitando ognuno a prendere l’ultimo posto, imitando il Figlio dell’uomo che dona la vita in riscatto.

Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mt 20,20-28).

Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo. Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza (Col 1,24-29).

Vivendo noi il perdono, il Padre celeste è pronto ad accogliere ogni nostra richiesta. Nulla il Padre nega a coloro che vivono il perdono sul modello di Gesù Signore e secondo la sua Santa Legge. Sarebbe sufficiente vivere secondo il cuore di Cristo e la società smaltirebbe tutti i suoi annosi problemi. Finirebbero le guerre, le vendette, le giustizie sommarie. La metà del male del mondo, provocato dal non perdono, verrebbe meno all’istante. Non vi sarebbero più faide, estinzioni di famiglie. Verrebbe a mancare quell’odio latente che esplode anche dopo secoli.

E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe (Mt 6,5-15).

Possiamo affermare che il perdono è la grande “invenzione” di Dio per dare ad ogni uomo la possibilità di poter ricominciare a vivere. L’espiazione del peccato dell’altro trasporta l’uomo nella sfera del divino. Un uomo che espia il peccato degli uomini, offrendo a Dio la sua vita in sacrificio e in olocausto, non ha nulla di umano. Lo Spirito Santo lo ha reso perfetta immagine di Cristo Gesù, sua vita in mezzo agli uomini. Sono queste persone che ieri, oggi e sempre donano all’umanità un alito di cielo per la sua redenzione e salvezza. Di questi uomini e donne ha bisogno l’umanità per risollevarsi dall’odio e dalla sete di vendetta che la consumano.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci espiatori dei peccati del mondo.