Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!
Rm 12,5-16a; Sal 130; Lc 14, 15-24
5 NOVEMBRE
Nel regno di Dio, sia sulla terra che nei cieli eterni, si prende cibo per invito. Vi è pertanto una profonda differenza tra le modalità dell’Antica Alleanza e quelle della Nuova. Nell’Antica si diveniva discendenza di Abramo per circoncisione praticata all’ottavo giorno. Si diveniva popolo del Signore per l’Alleanza stipulata al Sinai e rinnovata di tempo in tempo, specie nei momenti più oscuri e tenebrosi. Bastava osservare i Comandamenti, la Legge e si aveva il diritto ad ogni benedizione di Dio.
Del Signore è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti. È lui che l’ha fondato sui mari e sui fiumi l’ha stabilito. Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli, chi non giura con inganno. Egli otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. Chi è questo re della gloria? Il Signore forte e valoroso, il Signore valoroso in battaglia. Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. Chi è mai questo re della gloria? Il Signore degli eserciti è il re della gloria (Sal 24 (23) 1-10).
Nel Nuovo Testamento si diviene figli del regno per la fede in Cristo Gesù. Nulla si è per nascita. Tutto si è per fede. La fede non è riservata ad un solo popolo. Per promessa di Dio tutti i popoli e le nazioni hanno diritto di poter accedere alla fede. Alla fede si accede per predicazione. Si predica la Parola di Gesù, si annunzia il suo mistero, si fa ascoltare il suo Vangelo, chi crede si lascia battezzare, diviene corpo di Cristo, vive da vero corpo di Cristo, ha diritto di prendere cibo nel regno di Dio, cibo sulla terra e cibo nei cieli beati. Si prende cibo nell’eternità se lo si prende nel tempo.
E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano (Mc 16,15-20).
Se gli Apostoli non predicano il Vangelo ad ogni creatura, sono essi responsabili di quanti si perdono. In modo proporzionato al sacramento ricevuto, la stessa responsabilità ricade sul battezzato, cresimato, sposato, consacrato diacono e presbitero. Anche su quanti sono stati unti con l’unzione ricade la responsabilità di attestare la differenza tra colui che vive il dolore da pagano e chi lo vive nella fede, nella speranza, nella carità di Cristo. Se l’invito non viene fatto, si pecca di omissione.
Uno dei commensali, avendo udito questo, gli disse: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».
Si invita. Chi rifiuta si assume la responsabilità dell’esclusione del regno. Non si invita. L’apostolo di Cristo Gesù e ogni altro suo discepolo si caricano sulle spalle il grave peccato di una missione non portata a compimento. La missione evangelizzatrice è carica di responsabilità eterne. O salviamo le anime o perdiamo la nostra.
Madre di Dio, Angeli, Santi, aiutate i cristiani a vivere secondo verità la loro missione.