Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me
Gb 19,1.23-27a; Sal 25; Rm 5,5-11; Gv 6,37-40
2 NOVEMBRE
Già dall’antica profezia di Daniele conosciamo che il Padre tutto mette nelle mani del Figlio Incarnato o Figlio dell’uomo. È questa la verità madre di ogni verità. Chi dovesse negarla, sappia che distrugge Antico e Nuovo Testamento. Questa verità è essenza eterna di Dio, di Cristo Gesù, dello Spirito Santo, della Chiesa, di ogni uomo.
Io continuavo a guardare, quand’ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente. Un fiume di fuoco scorreva e usciva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti. Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto (Dn 7,9-10.13-14).
Nel Vangelo secondo Giovanni ogni conversione è un dono che il Padre fa a Cristo Gesù. Quanto vale per Cristo Gesù vale anche per la sua Chiesa. Se la Chiesa vuole anime da condurre a Cristo deve chiederle al Padre con preghiera ininterrotta. Ma anche deve elevare se stessa in santità, in grazia, in verità, in luce, in giustizia, in misericordia, in modo che nessuna anima ricevuta vada smarrita o perduta.
Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola» (Gv 10,26-30). Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto (GV 13,1-5).
Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo (Cfr. Gv 17,10-24).
Perché il Padre oggi dona anime a Cristo, donandole al suo corpo che è la Chiesa? Perché la Chiesa oggi le illumini con la Parola di Cristo Gesù, le trasformi con i suoi sacramenti, le santifichi con lo Spirito Santo, le ridoni a Cristo Gesù purificate, santificate, elevate in grazia e verità, perché Cristo le possa risuscitare nell’ultimo giorno. Nessun’anima data alla Chiesa si dovrà perdere. Ne sarebbe responsabile.
Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
È giusto che ogni discepolo di Gesù si chieda: può il Signore affidarmi delle anime? Quante anime per me si sono perse, perché non sono stato per esse modello ed esempio né di fede, né di speranza, né di carità? Posso chiedere al Signore anime?
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che per colpa nostra nessuna anima si perda.