Come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali
Rm 8,31b-39; Sal 108; Lc 13,31-35
31 OTTOBRE
La gioia del Signore è fare a Gerusalemme ogni bene, anzi il sommo bene. Gesù si serve di un’immagine che già ricorre nel profeta Isaia. Come gli uccelli proteggono sotto le loro ali i loro pulcini, così il Signore promette di proteggere la sua città. Occorre però che essa voglia essere protetta. Lo vuole se si consegna alla Legge del suo Dio.
Guai a quanti scendono in Egitto per cercare aiuto, e pongono la speranza nei cavalli, confidano nei carri perché numerosi e sulla cavalleria perché molto potente, senza guardare al Santo d’Israele e senza cercare il Signore. Eppure anch’egli è capace di mandare sciagure e non rinnega le sue parole. Egli si alzerà contro la razza dei malvagi e contro l’aiuto dei malfattori. L’Egiziano è un uomo e non un dio, i suoi cavalli sono carne e non spirito. Il Signore stenderà la sua mano: inciamperà chi porta aiuto e cadrà chi è aiutato, tutti insieme periranno. Poiché così mi ha parlato il Signore: «Come per la sua preda ruggisce il leone o il leoncello, quando gli si raduna contro tutta la schiera dei pastori, e non teme le loro grida né si preoccupa del loro chiasso, così scenderà il Signore degli eserciti per combattere sul monte Sion e sulla sua collina. Come uccelli che volano, così il Signore degli eserciti proteggerà Gerusalemme; egli la proteggerà ed essa sarà salvata, la risparmierà ed essa sarà liberata». Ritornate, Israeliti, a colui al quale vi siete profondamente ribellati. In quel giorno ognuno rigetterà i suoi idoli d’argento e i suoi idoli d’oro, lavoro delle vostre mani peccatrici. Cadrà l’Assiria sotto una spada che non è umana; una spada non umana la divorerà. Se essa sfugge alla spada, i suoi giovani guerrieri saranno ridotti in schiavitù. Essa abbandonerà per lo spavento la sua rocca e i suoi capi tremeranno per un’insegna. Oracolo del Signore che ha un fuoco a Sion e una fornace a Gerusalemme (Is 31,1-9:
Il Salmo canta tutte le cure, la protezione, la custodia, la vigilanza del Signore sui suoi giusti. Gesù, il Giusto di Dio, non fu liberato dal laccio della morte e del sepolcro?
Chi abita al riparo dell’Altissimo passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente. Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio in cui confido». Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dalla peste che distrugge. Ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troverai rifugio; la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza. Non temerai il terrore della notte né la freccia che vola di giorno, la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a mezzogiorno. Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra, ma nulla ti potrà colpire. Basterà che tu apra gli occhi e vedrai la ricompensa dei malvagi! «Sì, mio rifugio sei tu, o Signore!». Tu hai fatto dell’Altissimo la tua dimora: non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda. Egli per te darà ordine ai suoi Angeli di custodirti in tutte le tue vie. Sulle mani essi ti porteranno, perché il tuo piede non inciampi nella pietra. Calpesterai leoni e vipere, schiaccerai leoncelli e draghi. «Lo libererò, perché a me si è legato, lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome. Mi invocherà e io gli darò risposta; nell’angoscia io sarò con lui, lo libererò e lo renderò glorioso. Lo sazierò di lunghi giorni e gli farò vedere la mia salvezza» (Sal 91 (90) 1-16).
Gerusalemme ha rifiutato l’invito alla conversione. È uscita dalla custodia delle ali del Signore. Non ha voluto essere protetta. Nessuno potrà custodirla. Sarà devastata.
In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».
La salvezza del Signore è offerta. Chi l’accoglie, ci vuole accoglierla, gusterà i suoi benefici. Chi la rifiuta, sperimenterà l’amarezza eterna dei frutti della sua cattiva volontà. Oggi però siamo ben oltre il rifiuto. Manca il dono della verità, della luce, della redenzione, della salvezza. Manca il dono di Cristo. Si dice, mentendo con grande, enorme falsità, che tutti saremo salvati senza Cristo. È condanna alla perdizione.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che nessun cristiano inganni e si lasci ingannare