Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi
La Chiesa di Dio e in essa ogni suo figlio, dal Papa all’ultimo che in questo istante viene battezzato, passando per ogni altro sacramento ricevuto, mai deve confondere il fine e i mezzi. Il fine della Chiesa è uno solo: portare ogni uomo ad una vera, reale conversione a Cristo Gesù. Condurre la conversione alla pienezza della santificazione. Attraverso la santificazione orientare ogni discepolo di Cristo al raggiungimento del suo fine soprannaturale ed eterno che è la sua beatitudine nel paradiso. Se la Chiesa si dimentica del Paradiso, al quale si giunge percorrendo la via stretta della Parola di Gesù, se assicura a tutti il paradiso, senza neanche passare per la Parola, allora la sua missione è inutile. Trasformare il fine teologico, escatologico, cristologico, ecclesiologico, in solo fine antropologico terreno, è peccato di alto tradimento. Si consegna l’umanità all’inferno, perché il Signore è fedele alla sua Parola, non a quella falsa della Chiesa.
La Chiesa in ogni suo figlio mai deve tradire, alterare, modificare, trasformare, cambiare di significato o di verità la Parola del Signore. Il Signore non ha mandato i suoi apostoli nel mondo perché siano i coltivatori di umane e terrene antropologie. Le antropologie della Chiesa devono essere divine, soprannaturali, celesti, eterne. Gesù non è venuto per trasformare i poveri in ricchi e i ricchi in poveri e neanche per portare i malati nella guarigione e i sani nelle infermità. Gesù è venuto per insegnare ai poveri come vivere nella fede la loro povertà e anche ai ricchi come vivere la loro ricchezza nella fede. Come da poveri si giunge nel regno dei cieli e non si finisca nell’inferno e come da ricchi non si vada nell’inferno ma si raggiunga il paradiso. Anche il povero può finire nell’inferno eterno, se non vive la sua povertà secondo la Parola. Ecco perché è vera missione della Chiesa indicare ad ogni uomo la via per poter raggiungere il Cielo.
A che servono allora le opere di misericordia corporali e spirituali, miracoli e segni di amore, verità, giustizia, santità che la Chiesa è obbligata ad offrire ad ogni uomo? Tutto il bene che i figli della Chiesa compiono, prima di tutto serve perché anche loro sono obbligati a vivere tutta la Parola sempre, se vogliono entrare domani nel regno dei Cieli. La Chiesa insegna il fine eterno per l’uomo credendo essa stessa nel fine eterno. Se essa nel fine eterno non crede, perché i suoi figli si sentono già in paradiso, solo perché dicono di credere in Cristo, mai a nessuno essa potrà insegnare come si cammina verso questo fine. La Chiesa insegna vivendo, percorrendo la strada, mostrando come si percorre la strada verso il Cielo di Dio. Vivendo tutta la Parola, la Chiesa rende credibile il suo insegnamento. Ma il fine di tutto è rendere credibile se stessa come la sola annunciatrice della sola Parola che può salvare l’intera umanità.
A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!» (Mt 11,16-24).
Perché oggi i figli della Chiesa non possono più predicare il Vangelo? Perché anche se lo predicano, nessuno più crede nella loro parola? Non possono predicarlo, perché non credono in esso. Nessuno crede perché la loro parola non sgorga dalla loro fede, ma dalla carta dalla quale essa è tratta. Una parola predicata che non è la nostra fede, mai potrà creare fede nei cuori. Crea fede la parola della fede. È parola della fede perché guida la nostra vita sulla via che conduce nel regno eterno del Signore. Ma se la parola non conduce me verso il regno eterno del mio Dio, potrà mai condurre altre persone? L’altro vede me che parlo. Vede la mia non fede. Si convince dalla mia non fede che la parola è inutile. Se è inutile e ininfluente per me, perché dovrebbe essere utile e influente per chi l’ascolta? Essendo la parola senza fine soprannaturale per me, sarà senza fine soprannaturale per ogni altro che l’ascolta da me. Oggi la Chiesa non è in grado di poter dire al mondo le parole di Gesù. Non essa gridare: “Guai a te, uomo, guai a te umanità, perché non vi siete convertiti, nonostante la carità vissuta in vostro favore!”. Non può perché la sua carità non è la manifestazione della sua fede e non matura percorrendo i suoi figli la strada che conduce al cielo. Senza questa modalità, che è anche essenza della sua predicazione, la Chiesa, costituita da Dio annunciatrice della sola parola vera, efficace, di salvezza eterna, si è trasformata in predicatrice di parole inefficace, vane.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fate la Chiesa vera Parola del Signore.